Perché Nicolas Sarkozy è attualmente in stato di fermo

L’espressione “placé en garde à vue” in francese significa posto in custodia. Se si vuole essere intellettualmente onesti bisognerebbe dire che l’ex presidente della Repubblica francese è stato arrestato nella giornata di ieri in seguito ad una indagine sulla provenienza dei fondi ottenuti per la campagna elettorale del 2007. Sarkozy è stato fermato dopo essersi recato nei locali della polizia giudiziaria di Nanterre, cittadina alle porte di Parigi, dove era stato convocato per rispondere ad alcune domande relative all’indagine di cui sopra ed interrogato per tutta la giornata fino alla mezzanotte, oltre la quale gli è stato permesso di rincasare e di tornare a rispondere alle domande degli inquirenti nella mattina di oggi. Lo stato di fermo ha una durata massima di 48 ore, oltre le quali gli inquirenti devono formalizzare un’accusa o rilasciare la persona fermata, quindi nella mattinata di domani si saprà se il vecchio inquilino dell’Eliseo sarà accusato formalmente da un tribunale oppure se i magistrati si riterranno soddisfatti delle risposte ricevute dall’ex presidente in seguito al loro interrogatorio.
Ma perché Nicolas Sarkozy è indagato dalla magistratura francese? Il sospetto degli inquirenti è che abbia finanziato la sua campagna elettorale del 2007, che lo vide vincitore contro la candidata socialista Segolene Royal, grazie ad alcuni fondi provenienti dal dittatore libico Muammar Gheddafi. Secondo un documento libico pubblicato dal sito online Mediapart, Sarkozy avrebbe ricevuto 5 milioni di euro in contanti che sarebbero pervenuti da Tripoli a Parigi tra la fine del 2006 e l’inizio del 2007. In questa faccenda si inserisce il faccendiere franco-libanese Ziad Takieddine, il quale nel novembre 2016 aveva affermato di aver trasportato lui stesso i contanti suddivisi in tre diversi viaggi in tagli da banconote da 200 e 500 euro. Takieddine ha affermato di aver consegnato il contante le prime due volte nell’ufficio di Claude Gueant, direttore della campagna elettorale e successivamente segretario generale dell’Eliseo. La terza consegna sarebbe invece avvenuta nell’ufficio dello stesso Sarkozy, all’epoca ministro dell’Interno. A confermare le dichiarazioni del faccendiere franco-libanese è stato anche Abdullah Senoussi, ex capo dei servizi segreti militari libici davanti alla procura generale del consiglio nazionale di transizione libico nel 2012.
La procura di Nanterre avrebbe anche recuperato alcuni documenti appartenuti a Choukri Ghanem, ex ministro libico del petrolio rinvenuto morto il 29 aprile del 2012 a Vienna in circostanze poco chiare: il corpo era stato infatti trovato galleggiante nel Danubio, completamente vestito. La polizia austriaca ordinò un esame tossicologico di cui non sono mai trapelati i risultati e il corpo dell’ex ministro fu riportato in Libia già il successivo 4 maggio a soli cinque giorni dal ritrovamento. I documenti a lui appartenuti e oggi in possesso degli investigatori francesi fanno riferimento ad alcuni versamenti di denaro verso Sarkozy, così come le parole di Bechir Saleh, uomo di Gheddafi delegato alle relazioni con la Francia e recentemente ferito in un conflitto a fuoco a Johannesburg, il quale afferma che Gheddafi gli avrebbe confidato di aver finanziato Sarkozy.
L’ex presidente era già stato messo in stato di fermo il 1 luglio del 2014 in seguito ad alcune intercettazioni telefoniche dove, mediante un’altra sim e un altro telefono cellulare, si nascondeva sotto lo pseudonimo di Paul Bismuth. In queste conversazioni, avvenute con il suo avvocato Thierry Herzog, Sarkozy chiedeva di essere aggiornato sulle decisioni della Cassazione attraverso un giudice, Gilbert Azibert, verso il quale sarebbe stato riconoscente. Un’altra indagine dove il vecchio presidente è rinviato a giudizio è quella sui finanziamenti della campagna elettorale del 2012, quella persa contro il socialista François Hollande. L’inchiesta, rinominata dalla stampa Bygmalion, è relativa all’emissione di false fatture da parte della società di comunicazione Bygmalion che all’epoca lavorava per la campagna del partito UMP di cui Sarkozy era il candidato alla presidenza, in modo da superare di circa 18 milioni il tetto massimo per le spese elettorali, fissato a 22,5 milioni di euro.
Attualmente quindi, Nicolas Sarkozy è in stato di fermo per finanziamento illecito (affaire Sarkozy-Gheddafi), rinviato a giudizio per emissione di false fatture (affaire Bygmalion) e indagato per corruzione attiva, traffico d’influenze attivo e occultamento di violazione del segreto professionale (affaire Bismuth). A questo punto viene da chiedersi, nel caso che Sarkozy sia stato effettivamente finanziato da Gheddafi, se ci sia un legame tra il finanziamento e la guerra alla Libia del 2011 a cui parteciparono in prima linea Francia e Gran Bretagna di cui Nicolas Sarkozy, all’epoca presidente, fu un convinto fautore. La Libia è una delle più grandi riserve di petrolio al mondo, la Francia guidata da Sarkozy patrocinò la guerra alla Libia, Gheddafi fu ucciso e il ministro del petrolio libico fu ritrovato morto in circostanze mai chiarite a Vienna. Tutta una serie di fortuite coincidenze?