Stampa russa: quando gli occidentali lo prendono in giro, Putin si impone

Rieletto il 18 marzo con un risultato schiacciante, Putin può godere di una confortevole legittimità per condurre il suo paese. Gli esperti parlano di una nuova era di autoritarismo, di nuovi confronti per lo scenario internazionale
MOSCA – Putin ha largamente vinto le elezioni, come previsto. Il presidente russo guiderà il paese fino al 2024, altri sei anni. Durante le elezioni di domenica 18 marzo, il capo di Stato ha ottenuto il 76,6% delle preferenze come annunciato dal quotidiano Kommersant. Accolto trionfalmente da migliaia di concittadini al centro di Mosca, per un meeting concerto, ufficialmente dedicato al quarto anniversario della riunificazione con la Crimea, Putin era raggiante e ha dichiarato di non aver asciugato lacrime come nel 2012. Al contrario, il presidente ha preannunciato un discorso combattivo ripetendo diverse volte la parola “successo” e “squadra”.Durante il suo discorso, il presidente ha dimostrato le sue ambizioni al paese, tanto sul piano internazionale quanto interno, soprattutto, circa il piano economico.
NUOVA ERA
Lo scrutinio presidenziale si è svolto attraverso un contesto di confronto con il Regno Unito, con il caso di avvelenamento dell’ex agente Seguei Skripal e di grandi tensioni in generale con l’Occidente.Per l’editorialista Mikhail Rostovski, del quotidiano Moskovski komsomolets, l’elezione del 18 marzo ha costituito un non evento politico e un atto “che sarà ricordato nella storia russa”. In effetti “per la prima volta nella storia contemporanea, delle elezioni presidenziali si svolgono con lo sfondo di confronti estremamente violenti con l’Occidente. E non c’è praticamente certezza che le cose cambino nei prossimi anni”.
#Russia #RussianElections2018 #выборы2018
Lo scrutinio è giunto all’88% delle schede e si avvia alla conclusione. #Putin saldamente sopra al 76% dei voti. pic.twitter.com/JD5AeamTFb— Election Day (@ElectionDay_tw) 18 marzo 2018
AUTORITARISMO RINFORZATO
Nonostante il risultato raggiunto dal miliardario Pavel Grudinine, il candidato comunista, e l’apparizione di una nuova figura liberale, Ksénia Sobtchak, che ha creato il partito del cambiamento, il pessimismo regna circa le prospettive dell’opposizione nel paese. “Se da funzionario, Putin è diventato un autocrate, ciò rivela la nostra responsabilità”, ha scritto Stanislav Kutcher, editorialista di Kommersant.
Twitter@ManuManuelg85