Turchia: Erdogan e il web, storia di una relazione complicata
In seguito all’annuncio di Wikileaks della diffusione delle quasi 300 000 mail compromettenti per il partito al potere, l’AKP, Partito della giustizia e dello sviluppo, il governatore turco ha deciso di impedire l’accesso al sito
ISTANBUL- Martedì 19 luglio, Wikileaks annunciava la pubblicazione di circa 294 548 mail legate ai principali attori del partito al potere, l’AKP. I messaggi di posta elettronica, inviati tra il 2010 e il 6 luglio scorso, sono stati ottenuti prima del fallito colpo di Stato e Wikileaks ha scelto di renderli di pubblico dominio “come risposta ai divieti del governo”.
Le autorità turche hanno reagito “regolamentando le telecomunicazioni”, decidendo quindi di applicare una “misura amministrativa”, un’espressione quest’ultima, che il paese utilizza per tradurre il blocco del sito, come precisa Hurriyet Daily News. Per il sito americano di Wired, invece, Erdogan usa la rete in modo, molto particolare.
TRA PROMOZIONE E DIVIETI
Il 15 luglio, Erdogan, allora in vacanza nel sud del paese, lanciava un appello attraverso FaceTime sulla CNN Turca, invitando il popolo a scendere per strada e a difendere la democrazia. Wired ironizza: “Durante il weekend, internet ha potuto salvare il regime di Erdogan, i manifestanti si organizzavano per far fronte al colpo di Stato. Erdogan, si è indirizzato alla nazione attraverso l’applicazione FaceTime. Ma oggi, Erdogan si ricorderà che forse, non ama davvero internet”.
Tuttavia, dopo l’annuncio della pubblicazione delle mail, Wikileaks ha dovuto fronteggiare diversi attacchi informatici. Il giorno dopo, l’organizzazione ha annunciato sulla sua pagina Twitter:
“Abbiamo vinto la nostra cyber guerra di 24 ore. Le mail dell’AKP saranno pubblicate presto”. Secondo un gruppo turco di sorveglianza della censura, questi attacchi sarebbero “frutto del lavoro del governo di Erdogan o di hackers nazionalisti”.
Wikileaks annuncia la fuga delle mail dell’AKP, il partito del “Sultano” Erdogan, il 19 luglio 2016, dal proprio account ufficiale di Twitter:
RELEASE: 294,548 emails from Turkey’s ruling political party, Erdoğan’s AKP #AKPemails https://t.co/1Yof7YZpH7 pic.twitter.com/vFw8KLMIsX
— WikiLeaks (@wikileaks) 20 luglio 2016
LA POLITICA ESTERA
Questa fuga di dossier elettronici, potrebbe permettere di fornire risposte sul fallito colpo di Stato, di fatto, ancora difficile da capire. I cittadini turchi, così come la comunità internazionale, hanno difficoltà a capire il contesto di quanto accaduto, soprattutto per quanto concerne la repressione.
Secondo Wikileaks, le mail riguardano soprattutto i rapporti con la politica estera turca. Questi documenti sono stati ottenuti prima del colpo di Stato e per questa ragione, il fondatore Julian Assange ha deciso di accelerarne la pubblicazione.
Turkey bans 25 domestic TV+radio stations and many journalists https://t.co/Ta6j6VkahA #TurkeyPurge
— WikiLeaks (@wikileaks) 21 luglio 2016
C’È ERDOGAN DIETRO IL COLPO DI STATO?
Sostanzialmente, se questa fuga di notizie si rivela importante è proprio perché sopraggiunge in un momento particolarmente sensibile. La stessa organizzazione spiega che potrebbe far luce su tesi complottistiche che vedono Erdogan come architetto del fallito golpe.
Twitter@ManuManuelg85