Siria: Civili intrappolati a Minbej

Decine di migliaia di civili sono bloccati in questa roccaforte del sedicente Stato islamico assediato dalle forze arabo-curde sostenute dai raid americani
MINBEJ – La città, nel nord del paese, è da venerdì letteralmente tagliata fuori dal mondo. L’organizzazione estremista islamica, ha subito un duro colpo: la città è accerchiata, le forze democratiche siriane (FDS) – un’alleanza di combattenti arabi e curdi sostenuti dagli americani – hanno tagliato progressivamente le strade che conducono ad altre zone che controllava privandoli del principale collegamento con la Turchia. Sono coinvolte anche decine di migliaia di civili che si ritrovano così in trappola.
“Gli aerei della coalizione internazionale bombardano Minbej, e le decine di migliaia di civili che vi abitano vivono nella paura. Non possono uscire poiché tutte le strade della città. I forni hanno smesso di funzionare da venerdì e i prodotti alimentari iniziano a scarseggiare”, spiega Rami Abdel Rahmane, direttore dell’Osservatorio siriano dei diritti dell’uomo (OSDH).
La battaglia per riprendere Minbej, iniziata lo scorso 31 maggio, durante la quale le FDS hanno conquistato 79 villagi, ha provocato la morte di almeno 252 persone, 193 jihadisti, 22 combattenti FDS e 37 civili, quest’ultimi uccisi in maggioranza per effetto dei colpi della coalizione, secondo l’OSDH.

L’inviato speciale di Barack Obama per la coalizione antijihadista, Brett McGurk ha qualificato la città come canale di Daesh verso l’Europa, dove l’organizzazione ha rivendicato diversi attentati: “È il posto attraverso il quale gli assaltatori di Parigi e quelli di Bruxelles sono transitati”.
Nei pressi di Minbej, molte case rimaste detriti e polvere si susseguono. Per molti abitanti ora, il vero problema rimane il cibo. La fame si sta propagando tra gli abitanti ed è parte integra della vita quotidiana di migliaia di persone nelle zone assediate dal regime.
Nella città di Houlé, un convoglio che trasportava cibo è entrato ieri in questa regione ribelle dalla provincia di Homs (nel centro del paese), mentre a Daraya, bastione ribelle nei pressi di Damasco, i bombardamenti del regime proseguono, impedendo la distribuzione di aiuti internazionali giunti giovedì scorso, per la prima volta dal 2012.
(Twitter@ManuManuelg85)