Washington, il solenne giuramento di Barack Obama

Al via il suo secondo mandato
“Ciò che ci rende una Nazione non è il colore della nostra pelle o l’origine dei nostri nomi ma il fatto che tutti gli uomini sono uguali e hanno diritti inalienabili”. Queste le parole del presidente Barack Obama che sorridente, in abito scuro e con qualche capello bianco in più ha prestato giuramento in Campidoglio per dare inizio al suo secondo mandato come presidente degli Stati Uniti (mandato che è partito formalmente ieri dopo il giuramento nella Stanza Blu della Casa Bianca).
E di fronte a circa 800.000 persone è stato il vice presidente Joe Biden, nelle mani del giudice della Corte Suprema, Sonia Sotomayor, a giurare per primo, seguito subito dopo Obama che ha giurato, invece, davanti al giudice John Roberts.
“La libertà ci viene da Dio, ma siamo noi che dobbiamo difenderla”, ha affermato Obama durante il suo discorso, sottolineando che “quando i tempi cambiano dobbiamo cambiare anche noi. Le possibilità dell’America sono illimitate e dobbiamo affrontare le sfide del futuro insieme”. Il presidente deli Stati Uniti ha poi puntato molto sull’unità perchè “continuiamo un viaggio senza fine e ce la possiamo fare se siamo uniti. Siamo fatti per questo momento e lo coglieremo insieme”.
Sulla scalinata del Campidoglio, il presidente americano nelle sue parole ha voluto a ricordare i gay perchè “questo viaggio non può dirsi completo fino a quano le nostre sorelle e i fratelli gay saranno trattati in modo uguale”. Non bisogna poi sottovalutare il cambiamento climatico in quanto “dobbiamo rispondere alla minaccia dei cambiamenti climatici, perchè un fallimento sarebbe come un tradimento per i nostri figli e le future generazioni”. Ma, ricorda Obama, non dobbiamo dimenticare che “la pace non richiede una guerra perpetua e bisogna risolvere le differenze in modo pacifico. Gli Stati Uniti hanno obblighi verso il resto del mondo e sosterranno sempre la democrazia dall’Asia all’Africa, dall’America al Medio Oriente”.
A presenziare la cerimonia c’erano anche l’ex presidente Bill Clinton e la moglie, Hillary Clinton, e il presidente della Camera John Bohener, mentre erano assenti gli ex presidenti George H. W. Bush e George W. Bush. E non sono mancati artisti come James Taylor che, poco prima del discorso di Obama ha cantato “America the Beautiful” e Beyoncé che – dopo la benedizione del reverendo Luis Leon della St. John’s Church con cui si è chiusa la cerimonia – ha intonato l’inno nazionale.
Valentina Cordero – da New York
21 gennaio 2013