India: ragazza stuprata si toglie la vita

Vittima di uno stupro collettivo, una giovane indiana si è tolta la vita dopo che un poliziotto ha tentato di convincerla a ritirare la sua denuncia e a sposare uno dei suoi aggressori.
L’adolescente aveva già subito uno stupro di gruppo il 13 novembre durante un festival a Diwali nella regione di Patiala, nello Stato di Pendjab. La giovane ragazza “ha tentato di far registrare la sua denuncia”, ma la polizia non ha aperto nessuna inchiesta ufficiale.
Come se non bastasse uno di loro ha fatto pressione sulla vittima perché ritirasse la denuncia in questione in modo che la ragazza sia costretta successivamente a sposate uno dei sui aggressori.
Un episodio che costituisce una distruzione totale dei diritti dell’uomo e della dignità umana in un paese nel quale casi del genere si stanno ripetendo con una certa regolarità sopratutto negli ultimi mesi. Un poliziotto è stato licenziato mentre un altro è stato sospeso dalle sue funzioni per il loro modo di agire in questo caso, secondo quanto riferito dai responsabili locali. Prima del dramma nessuna persona è stata arrestata mentre giovedì tre persone sono state interpellate, due presunti violentatori e una donna sospetta complice.
Per quanto concerne la giovane studentessa di 23 anni selvaggiamente stuprata e picchiata il 16 novembre a New Dheli, lotta oggi tra la vita e la morte. Proprio le violenze subite dalla ragazza hanno suscitato un ondata di contestazioni senza precedenti nel paese intero, generando numerose manifestazioni. La giovane ragazza è stata trasferita nel vicino ospedale di Singapore dopo un arresto cardiaco. Operata a diverse riprese dopo l’aggressione, soffre a causa dell’estrema gravità delle ferite riportate e il suo stato di salute è progressivamente e brutalmente degradato. Necessita di una fornitura multipla di organi.
Il Primo ministro indiano Manmohan Singh ha promesso di fare quanto possibile per meglio tutelare la condizione della donna nel paese soprattutto contro i crimini sessuali e contro le violente aggressioni ordinando la creazione di una commissione di inchiesta specialmente incaricata di questo caso. Le fotografie degli aggressori sarebbero di pubblico dominio dopo la pubblicazione on line all’interno di siti dell’amministrazione federale. L’insicurezza e il ripetersi di casi tanto violenti sono valsi a Nuova Dehli l’inquietante quanto vergognoso appellativo di città degli stupri.
Manuel Giannantonio
28 dicembre 2012