USA: quando Trump diventerà presidente
Il quotidiano americano “Boston Globe” si è divertito a pubblicare un ipotetico numero datato 2017 che prevede il paese guidato da Donald Trump presidente. Il quadro che ne esce non è di quelli rassicuranti
BOSTON – Rappresaglie, deportazioni contro civili, persecuzioni religiose, censura e controllo del quarto potere… Una lista inquietante. Il peggio che si può tirare fuori da una società, specialmente se si proclama come patria della libertà, dei diritti civili e della democrazia. Questo oscuro scenario è stato ipotizzato dal Boston Globe che ha pensato di stuzzicare nella sua edizione domenicale, in maniera provocatoria si ma a suo modo riflessiva, l’elettorato americano. Sostanzialmente il quotidiano americano ha pubblicato un numero datata 9 aprile 2017. Un numero che profetizza cosa accadrebbe se Donald Trump dovesse diventare il 45° presidente della storia del paese a stelle e strisce. Non solo Grand Old Party quindi ma la Casa Bianca.
E per coloro che hanno trovato la satira troppo pungente, il quotidiano americano affonda il colpo con un editoriale argomentato che chiama i repubblicani “onorevoli e onesti” ad imporsi contro questo miliardario evidentemente “pericoloso”.
“La visione di Donald Trump per il futuro del nostro paese è profondamente deviante e antiamericana. Trovare dei precedenti storici è facile. L’ascensione di uomini forti demagogicamente è un fenomeno troppo ricorrente nel nostro piccolo mondo. E ciò che segna questi episodi, è il fatto di non prevedere dove porteranno le loro visioni, e di non spingere la loro retorica fino alla logica”, spiega il giornale.
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— The Boston Globe (@BostonGlobe) 10 aprile 2016
Non accontentandosi di presentare l’eventuale futuro oscuro della nazione guidata da Trump, il Boston Globe stimola l’opposizione ad attivarsi. Un’opposizione che in primis deve manifestarsi nelle fila del partito che vede protagonista Trump. Ma chi dovrebbe esserci al suo posto? Certamente non Ted Cruz, considerato altrettanto pericoloso.
I nomi forniti dal giornale sono quelli del grande sconfitto dell’ultima sfida per lo studio ovale, quella che ha visto la sconfitta di Mitt Romney nei confronti di Obama che si è imposto ottenendo il secondo mandato consecutivo. La redazione di Boston suggerisce anche Paul Ryan proponendo a loro parere “un’alternativa credibile”. “I valori del Partito repubblicano meritano di essere rappresentati da un uomo onesto come Romney o Ryan, un uomo eletto durante la convention. È preferibile perdere conservando i propri principi piuttosto che accettare un patto pericoloso con un demagogo, conclude il Boston Globe. La risposta di Trump non si è fatta aspettare: “L’editoriale del Boston Globe è stupido”. Questo quanto sostenuto da un uomo che mira alla Casa Bianca.
IL BOSTON GLOBE
Fondato nel 1872 da sei uomini d’affari, il grande giornale del new England, serio e ben curato si distingue per i reportage fotografici e la sua rubrica sportiva.
Sull’orlo del fallimento è stato salvato da Charles H. Taylor, giovane veterano della guerra di secessione, che ne farà un vero e proprio affare di famiglia. Il giornale è sopravvissuto negli anni sotto la direzione dei suoi discendenti per oltre 125 anni. Forte del proprio successo, il quotidiano fu arricchito dall’edizione serale “The Evening Globe”, dal 1877 al 1979. Nel 1993 è stato ricomprato dal “New York Times”.
Prima di sbarcare sul web, i responsabili del giornale hanno preferito sviluppare dall’ottobre del 1995, un sito di servizi destinati alla popolazione locale collaborando con una quarantina di giornalisti. Il Boston Globe è uno dei primi cinque quotidiani americani maggiormente consultati via web.
(Twitter@ManuManuelg85)