Trump e il vizio di spararla grossa

«Se gli insegnanti fossero armati non ci sarebbero stragi nelle scuole». Lo dichiarò Donald Trump l’ottobre scorso durante un incontro pubblico tenuto a Franklin, Tennessee. Il miliardario si espresse anche a tutela del secondo emendamento della Costituzione volto a garantire il diritto per ogni cittadino statunitense di possedere e portare con se un’arma da fuoco.
Il discorso dell’attuale candidato repubblicano era in relazione all’ennesima sparatoria scolastica avvenuta all’Umpqua Community College, in Ohio. Quella tragedia provocò una vittima e quattro feriti, tra cui una donna incinta: numeri “leggeri” per l’attuale candidato repubblicano.
Trump incentivò con quella frase l’uso delle armi a dispetto della cosiddetta “Gun-free-zone-Act”, la legge che vieta di portare armi nelle aree scuolastiche. Il contenuto della norma approvata nel 1990, vieta a «chiunque non sia autorizzato di possedere e usare un’arma in luoghi conosciuti a tutti come zone scolastiche».
Negli Stati Uniti i numeri legati alle armi da fuoco parlano da soli: nel 2015 oltre 316mila persone hanno perso la vita per colpi di arma da fuoco e altre 50mila sono state coinvolte in incidenti.
La gran parte delle persone uccise da agenti di polizia nel 2015 (1’077) è provocato per il 90% da colpi d’arma da fuoco. Nel 2016 il numero di vittime morte per la medesima causa e sempre per mano di poliziotti – attualmente 247 – è provocato per il 97% dalle armi.
Dati alla mano, secondo un recente sondaggio svolto dalla CNN su un campione di 1027 adulti, il 67& dei cittadini americani approva le misure annunciate a gennaio da Barack Obama contro la violenza collegata alla diffusione delle armi da fuoco mentre il 37% rimaneva contrario.
Dallo stesso sondaggio emerge come il 76% degli elettori repubblicani sia particolarmente perplesso dalle decisioni del Presidente uscente al possesso e alla diffusione delle armi in Usa.
Tra la popolazione femminile, quasi la metà dei detentori di armi, c’è uno scisma: il 47% vede positive misure contro la diffusione di armi mentre il 50% no. La maggioranza degli uomini invece ne dubita (64%).