Mali: la CEDEAO riunita per un piano di intervento armato

Il Presidente Goodluck Jonathan ha affermato oggi a Abuja che l’opzione militare contro gli islamici armati era assolutamente necessaria in Mali alfine di evitare “conseguenze dannose” per l’insieme dell’Africa nell’apertura di un meeting straordinario dei dirigenti africani.
I responsabili dei quindici paesi della Comunità Economica degli Stati Africani dell’Ovest (CEDEAO), così come altri paesi africani tra i quali la Mauritania e l’Algeria, devono approvare un progetto che sarà trasmesso al Consiglio di sicurezza dell’ONU, tramite l’Unione africana prima della fine di novembre.
“Questo intervento si appoggerà su una risoluzione dell’ONU per cacciare i ribelli e gli anarchici che hanno trasformato il Nord del paese in una zona di non-diritto. Noi dobbiamo farlo per evitare conseguenze dannose, non solo per il Mali ma per l’insieme dei paesi dell’intera CEDEAO”. Il Nord del Mali è occupato da più di diciassette mesi da gruppi islamici armati.
Il progetto che devono convalidare i dirigenti africani, rappresentati venerdì a Abuja dai ministri della Difesa e degli Affari Esteri dell’Africa dell’Ovest, prevede l’impiego di una forza composta da 5.500 soldati, secondo quanto riferito da una fonte dell’organizzazione stessa.
Il Presidente ivoriano Alassane Ouattara, Presidente in funzione della CEDEAO ha chiesto una intensificazione degli sforzi per pervenire a una soluzione negoziata che potrebbe permettere un intervento militare meglio calibrato per colpire “i terroristi”.
“Noi dobbiamo accelerare la risoluzione della crisi in Mali e nel Sahel, ha dichiarato. “La marcia verso una soluzione politica negoziata ci permetterà di condurre un intervento militare più efficace e di meglio intensificare la mira”.
L’Algeria, attore regionale chiave e tradizionalmente ostile a qualsiasi tipo di intervento, è rappresentata da Abdelkader Messahel, ministro delegato incaricato degli Affari magrebini e africani. La Mauritania, altro vicino importante del Mali che ha per ora rifiutato di partecipare a un intervento, ha inviato il proprio ministro degli Esteri, Hamady OuldHamady. Secondo un portavoce ufficiale della CEDEAO anche la Libia è rappresentata. Per quanto riguarda il Marocco, il suo rappresentante è Youssef El Amrani, ministro delegato agli Affari Esteri.
Venerdì, i ministri dell’Ovest Africano riuniti a Abuja hanno sottolineato che il dialogo resta l’opzione favorita nella risoluzione della crisi maliana ma che le discussioni non sarebbero “senza fine”. “Occorre mantenere al massimo la pressione con un piano di intervento militare. Tutto il mondo si augura che l’intervento miri solo i terroristi. La nostra opzione preferita resta il dialogo”, ha dichiarato prima del meeting straordinario, il rappresentante speciale dell’ONU per L’Africa dell’Ovest, Said Djinit.
Gli europei invece sostengono le iniziative regionali africane, ma hanno fino ad ora affermato che non invieranno truppe destinate a combattere sul suolo maliano, che l’opzione militare non deve essere presa in considerazione solo nel caso in cui figuri come ultima risorsa, ma sono comunque pronti per un sostegno logistico di inquadramento.
I ministri della difesa e degli Affari Esteri di cinque paesi europei- Francia, Germania, Polonia, Spagna e l’Italia- devono riunirsi giovedì prossimo per discutere dell’organizzazione di una missione europea di allenamento, che coinvolgerà circa 200 soldati.
Manuel Giannantonio
11 novembre 2012