Cina: sette tibetani si danno fuoco
Diciannove monaci tibetani si sono dati fuoco per protestare contro l’occupazione cinese in questa regione dell’Himayala, ha denunciato sabato un organizzazione di difesa dei diritti dell’uomo Free Tibet. In totale, sette tibetani hanno dunque finito la propria vita in questa maniera nel corso della settimana. Questa cifra è la più alta dopo l’inizio delle proteste avvenute l’anno scorso secondo l’ONG.
Tsewang Kyab, 23 anni, si è cosparso di una sostanza infiammabile, probabilmente benzina, per poi darsi alle fiamme nei pressi di una base militare e di un palazzo governativo cinese a Amuquhu. Secondo quanto riferito dall’agenzia stampa ufficiale, si sarebbe tolto la vita di fronte a un ospedale.
A Xihae nella provincia di Gansu un monaco, un contadino e un altro uomo tutti ventenni si sono dati fuoco. Secondo la Free Tibet, una ONG situata a Londra, una sessantina di tibetani si sono bruciati dalla fine del mese di marzo 2011 per opporsi alla presenza cinese e in numerosi reclamano il ritorno del loro capo spirituale in esilio, il Dalai Lama. Il governo cinese ha confermato alcuni di questi gesti ma non li ha riconosciuti tutti.
La polizia offre inoltre una ricompensa di 50.000 Yuans (5.930 euro) a qualsiasi informatore che potrà fornire informazioni sui prossimi progetti dei tibetani. Queste proteste sopraggiungono mentre il Partito comunista cinese deve tenere il suo Congresso nelle due settimane a venire, un evento cruciale che arriva solo una volta ogni dieci anni.
Manuel Giannantonio
28 ottobre 2012