Hong Kong: notte di scontri tra ambulanti e polizia, feriti e arresti

Notte di fuoco ad Hong Kong. Un’operazione della polizia per ripulire dai venditori ambulanti il quartiere popolare di Mong Kok è finita nel caos. Il bilancio finale parla di 23 arresti e una cinquantina di feriti, tra i quali quattro giornalisti e fotoreporter che dicono di essere stati presi a manganellate dagli agenti. Di contro, la polizia riferisce che sono stati feriti 48 dei suoi uomini. “Elementi radicali sono arrivati con armi improprie e scudi per provocare incidenti, la situazione è sfuggita al controllo e abbiamo dovuto sparare due colpi d’avvertimento” ha detto il vicecapo del distretto di polizia di Mong Kok questa mattina. Lo scopo dichiarato delle forze dell’ordine era di ripulire Mong Kok dai troppi venditori di strada, soprattutto quelli che offrono cibo. La reazione, sempre secondo la versione della polizia, è stata violenta: sono stati lanciati mattoni, bottiglie, alzate barricate con i cassoni della spazzatura e appiccati incendi con pneumatici. A un certo punto, nella notte, alcuni agenti si sarebbero trovati accerchiati, decidendo quindi di sparare alcuni colpi di avvertimento in aria. Le immagini di tv locali e fotoreporter hanno contribuito a trasformare l’episodio in caso politico e mediatico: su Twitter è stato creato l’hashtag #FishballRevolution, che ricorda quello #UmbrellaRevolution dei mesi della protesta democratica del 2014, il cui simbolo erano diventati gli ombrelli gialli usati per proteggersi dagli spray della polizia. Fish ball, polpette di pesce, sono uno dei cibi di strada venduti a Hong Kong e i banchetti senza licenza commerciale che li offrono erano uno degli obiettivi dell’operazione.
Secondo gli attivisti di ‘Hong Kong Indigenous’, un movimento localista anti-cinese, invece l’obiettivo è di cancellare poco a poco la cultura locale, trasformando Hong Kong in una ‘città completamente cinese’ .