Birmania: milioni di Rohingyas in fuga dal paese
Dopo un interruzione di alcune settimane gli scontri tra musulmani e buddisti sono ricominciati nell’Ovest della Birmania. Circa venti persone sono state uccise, e milioni di civili sono in fuga da domenica e non dimentichiamoci dei 75 000 sfollati in maggiorranza musulmani.
I Rohingyas della Birmania sono una minoranza musulmana apolide, considerata dall’ONU come una delle più perseguitate al mondo. I suoi 800 000 membri sono confermati nello Stato di Rahkine, privi di nazionalità e considerati dalle autorità come immigrati illegali del vicino Bangladesh. Le violenze tra i birmani rakhine e rohingyas hanno provocato la morte di più di 110 persone dallo scorso giugno, secondo cifre ufficiali fornite da numerose organizzazioni.
Queste ultime settimane, diverse zone dello Stato di Rahkine sono inondate dalla violenza compreso nei villaggi di difficile accesso , ciò rende inevitabilmente difficile stabilire un bilancio esatto. Myo Thant, Portavoce del governo di Rahkine, ha assicurato che il bilancio potrebbe raggiungere 50 morti e 80 feriti nella giornata, mentre i conti escludono la minoranza rohingya.
Le Nazioni Unite si sono immediatamente allarmate e il capo dell’organizzazione Ashok Nigam, ha reclamato un “accesso” incondizionato presso entrambe le comunità. Un portavoce dell’agenzia ONU per i rifugiati ha dichiarato : “Queste persone vanno nei campi vicino a Sittwe che sono già pieni, sovrapopolati, ciò diventerà una grande fonte di preoccupazione”.
Il Bangladesh, avvisato del possibile arrivo di diverse navi di Rohingyas in fuga, a rinforzato le postazioni della frontiera “per assicurarsi che non possano entrare sul territorio”, secondo la guardia costiera del Bangladesh.
Questo scenario di violenza si concretizza dopo settimane di calma apparente, nel corso della quale la situazione sembrava sotto il controllo delle forze dell’ordine, con uno Stato sotto lo stato di emergenza imposto nei comuni a rischio. L’ultimo quartiere musulmano di Sittwe è stato trasformato in ghetto sorvegliato dalla polizia e dall’esercito e decine di migliaia di Rohingyas vivono nella più disastrosa miseria nei campi della periferia della città.
Chris Lewa, responsabile dell’ONG The Arakan Project ha dichiarato : ”Il modo in cui si sviluppa la situazione diventa sempre più inquietante. Sembra che ci sia la volontà di eleminare i Rohingyas di tutti i comuni in cui sono in minoranza, prolungando quanto accaduto a Sittwe”.
Manuel Giannantonio
25 ottobre 2012