Snowden: “Lasciate perdere Google, Dropbox e Facebook”

Edward Snowden, responsabile della colossale rivelazione di dati sensibili e di manipolazioni digitali da parte del governo americano, che ha così violato la privacy di milioni dei suoi cittadini, ha spiegato che non si devono usare Google, Dropbox e Facebook. Violerebbero la nostra privacy spiandoci continuamente
NEW YORK CITY – La tecnologia oggi sembra essere diventata un elemento imprescindibile della nostra esistenza. Condividere ogni giorni informazioni, personali e non, o stati d’animo è diventata una prassi per milioni di persone. I social netework, i motori di ricerca e altre applicazioni sono strumenti che rivelano moltissimi aspetti della nostra esistenza. Per la talpa del Datagate Edward Snowden, l’unico modo di proteggere la propria privacy nel cyber spazio è quello di lasciar perdere Google, Facebook e Dropobox. È quanto emerge da un’intervista con l’uomo all’origine della fuga di informazioni confidenziali sulla NSA (National Security Agency) tenutasi nell’ambito del New Yorker Festival. Il sito Techcrunch torna sui consigli filtrati da Snowden.
Prima raccomandazione: non utilizzare i servizi “ostili alla vita privata”, come Dropbox, che non permettono di criptare i dati. Snowden, precisa che anche se Facebook e Google sono migliorati sul versante della sicurezza, restano comunque servizi di natura pericolosa. Techcrunch evidenzia con ironia che gli internauti che seguivano l’intervista in diretta su Google Hangouts o su Youtube potevano vedere un logo Google sopra il viso di Snowden mentre pronunciava i suoi consigli. L’ultimo consiglio di Snowden: “Non inviate messaggi (SMS) non criptati. Utilizzate i servizi come Redphone e Silent Circle [applicazioni criptate per smartphone].
“È IL GOVERNO CHE DEVE GIUSTIFICARSI”
“Alcuni dicono che non hanno nulla da nascondere, ma dire questo, è rovesciare le responsabilità”: ‘Non ho nulla da nascondere, equivale a dire: ‘Non dispongo di diritti, sono arrivato a un punto in cui non mi interessa di dovermi giustificare’. È il governo che deve giustificarsi di non rispettare i vostri diritti”. Inoltre, la talpa del Datagate ha evocato una riforma della politica americana in materia di rispetto della vita privata.
L’INTERVISTA INTEGRALE:
CHI È EDWARD SNOWDEN
Edward Snowden nasce il 21 giugno 1983 a Elizabeth City nella Carolina del Nord, ma passa la sua infanzia nella città di Wilmington. Suo padre, Lonnie Snowden, originario della Pennsylvania, è un ex ufficiale della guardia costiera degli Stati Uniti. Sua madre, Wendy, originaria di Baltimora, Maryland, lavora alla corte federale del distretto. Ha una sorella più grande che fa l’avvocato.
Nel 1999, Edward trasloca con la sua famiglia a Ellicot City nel Maryland, dove studia informatica presso l’Anne Arundel Community College. A Crofton, dove abita, quasi tutti lavorano per l’esercito o la NSA (National Security Agency), il cui quartiere generale non è lontano da Fort Meade. Snowden è visibilmente molto intelligente anche se non si dimostra un buon studente: non riesce a finire gli studi. Suo padre spiega che il ragazzo è mancato per diversi mesi a scuola a causa di una malattia e ha finito per concludere gli studi con corsi online.
Avendo lavorato in una base militare in Giappone, Edward Snowden avrebbe avuto modo durante quell’occasione di sviluppare un forte interesse nei confronti della cultura giapponese e ha ammesso di aver una comprensione base del cinese mandarino essendo molto appassionato di arti marziali rivendicando il buddismo come propria religione. Prima di fuggire per Hong Kong Snowden si trovava nelle Hawaii a Honolulu.
Nel 2009, Edward lascia la CIA per lavorare con un fornitore privato della NSA in una base militare americana in Giappone. Il direttore della NSA, Keith B. Alexander ha confermato che Snowden ha lavorato per l’agenzia un anno prima di diventare consulente. Susseguentemente lavora per Booz Allen Hamilton per tre mesi in qualità di amministratore di sistemi per la NSA alle Hawaii.
Il ragazzo descrive la sua vita come molto confortevole, con uno stipendio annuale di circa 200 000 dollari prima del suo impiego con Bozz Allen Hamilton. In un’intervista con il quotidiano di Hong Kong “South China Morning Post”, realizzata il 12 giugno 2013, ma pubblicata soltanto il 25 giugno 2013, Snowden afferma di aver ricercato l’impiego con Booz Allen Hamilton al fine di raccogliere delle prove sulle attività della NSA: «Le mie funzioni mi davano accesso alle liste dei dispositivi [Computer, smartphone], notebook spiati attraverso il mondo dalla NSA». «È per questo che ho accettato questo posto».
Snowden lavora nelle Hawaii da un mese quando deruba delle informazioni ultra confidenziali grazie all’ausilio di una chiavetta USB. Trasporta in seguito i dati (con l’aiuto di quattro computer portatili) a Hong Kong, dove si rifugia dal 20 maggio 2013 al 23 giugno 2013, data della sua partenza verso la capitale russa. Il suo lavoro di amministratore di sistemi gli forniva un accesso facile ai metadati contenuti nei computer della NSA. Secondo l’autorevole ‘Los Angeles Times’, il tecnico sapeva perfettamente come sfuggire ai controlli di sicurezza destinati ad impedire qualsiasi download illegale di documenti ufficiali. Snowden è licenziato da Booz Allen Hamilton il 10 giugno 2013 per violazione del codice etico della politica aziendale.
Quando Edward lascia gli Stati Uniti nel maggio del 2013, dopo la perdita del suo lavoro che gli assicurava uno stile di vita privilegiato, lui spiega: “Sono pronto a sacrificare tutto ciò perché non posso lasciare che il governo americano distrugga la vita privata, la libertà di internet e le libertà essenziali delle persone del mondo intero con questo sistema enorme di sorveglianza che stanno gestendo segretamente”. Dopo diversi giorni di attesa, il governo ecuadoregno, che ha già offerto asilo al cofondatore di Wikileaks Julian Assange, ha indirettamente rifiutato la sua richiesta. Nell’attesa, il ragazzo resta sospeso nella zona internazionale dell’aeroporto russo. Tuttavia, la talpa del Datagate non si da per vinta e presenta richieste in 20 ambasciate diverse. “Ed” chiede successivamente asilo a una ventina di paesi, gli Stati dell’Unione europea dovrebbero riservargli la migliore accoglienza perché se gli Stati Uniti sono uno dei paesi che portano più in alto l’ideale della libertà d’espressione, la loro attitudine è chiaramente contraria a quanto sostenuto nel primo emendamento della loro Costituzione.
Non ottenendo risposte da altri paesi, cinque settimane dopo il suo arrivo in terra russa, l’avvocato moscovita di Snowden gli accorda un asilo temporaneo della durata di un anno, rifiutandosi di svelare la località precisa scelta dal suo assistito. Da allora, sono state diverse le offerte di lavoro nei suoi confronti in Russia, dove ha dichiarato di volersi rifare una vita.
(Twitter@ManuManuelg85)