Stati Uniti: Obama promette di impedire all’Iran di dotarsi di armi nucleari
Barack Obama ha affermato martedì di fronte all’Assemblea generale dell’ONU che gli Stati Uniti faranno “ciò che devono fare” per impedire all’Iran di dotarsi di un armamento di natura atomica, mentre il presidente francese ha sottolineato “l’urgenza” di azioni in Siria. Più di 120 dirigenti mondiali si sono riuniti a New York questa settimana per la 67° sessione dell’Assemblea, che si è aperta proprio nella giornata di ieri.
“Un Iran dotato di armi nucleari…. Farebbe pesare minacce sull’esistenza di Israele, sulla sicurezza dei paesi del Golfo, e sulla stabilità dell’economia mondiale”, ha martellato il presidente americano. “Ecco perché gli Stati Uniti faranno ciò che devono per impedire all’Iran di ottenere armi nucleari”. “L’America vuole risolvere questo dossier con diplomazia e pensiamo che ci sia ancora il tempo per poterlo fare. Ma questo tempo è limitato”, ha avvisato il 44° presidente degli Stati Uniti.
Gli Occidentali e Israele sospettano da tempo che l’Iran stia mettendo appunto una bomba sotto la copertura di un programma nucleare civile, cosa puntualmente smentita da Teheran. Qualche minuto prima di Barack Obama, il segretario generale dell’ONU Ban Ki Moon si è preoccupato della “retorica di guerra” tra l’Iran e Israele, che minaccia di colpire le installazioni nucleari iraniane. “Tali attacchi sarebbero devastatori”, ha affermato Ban Ki Moon.
Anche la questione dell’integrità territoriale del Mali è stata affrontata in questa Assemblea e tal proposito Bamako e i suoi vicini dell’Ovest africano si augurano che l’ONU conceda la propria benedizione per un intervento militare africano per riconquistare il Nord del Mali, controllato dagli estremisti islamici. Per il presidente francese Hollande, la situazione nel Nord del Mali “è insopportabile e inaccettabile” e “occorre che il terrorismo sia allontanato il prima possibile da questa zona”. Hollande ha inoltre evocato la questione Siriana considerandola “la prima delle urgenze” chiedendo all’ONU di proteggere le “zone liberate”, tenute dall’opposizione rinnovando di fatto l’impegno della capitale francese.
L’emiro del Qatar, Cheik Hamad ben Khalifa al Thani, ha ricordato l’invio della Lega Araba nel 1976 di un contingente di 30 000 uomini per tentare di porre fine alla guerra civile nel Libano. Ha successivamente evocato “un piano B”, una zona di esclusione aerea per proteggere alcune parte del territorio siriano. Barack Obama ha invece stimato che il presidente Bachar al Assad “doveva porre fine al regime fermando i massacri e le torture che affliggono il popolo siriano”. Secondo quanto riferito da un diplomatico americano, gli Stati Uniti invieranno aiuti supplementari per permettere alla Siria di difendersi e proteggersi più adeguatamente ma escludendo comunque di fornirgli armi.
A sei settimane dalle elezioni presidenziali americane Barack Obama si è di nuovo pronunciato sul film “The Innocence of Muslims” qualificandolo come ripugnante e specificando che è a tutti gli effetti un insulto sia per il popolo musulmano che nei confronti dell’America ma non giustifica assolutamente nessuna violenza. Ha colto l’occasione anche per ribadire e promettere che troverà i responsabili della morte dell’ambasciatore americano e dei suoi tre colleghi diplomatici.
Manuel Giannantonio
26 settembre 2012