Libia, ancora nessuna firma tra i leader del parlamento di Tripoli e Tobruk

Libia, slitta la firma prevista per oggi tra i due presidenti delle fazioni rivali di Tripoli e Tobruk. Nella giornata di ieri, Nouri Abu Sahmain e Aguila Saleh, hanno annunciato che, pur avendo fatto progressi nelle trattative, non firmeranno l’accordo. Un ostacolo che complica ulteriormente il già difficile percorso intrapreso dalle Nazioni Unite.
Una sorpresa arrivata al termine di un aspettato mini-vertice organizzato a Malta dai due presidenti rivali. “Dateci ancora un po’ di tempo di formare un governo unità nazionale effettivo perché correndo avremo dei problemi in futuro”. Questa la richiesta avanzata da Aguila Saleh, capo del parlamento di Tobruk, a cui il rivale, Nouri Abusahmain, ha aggiunto : “Siamo venuti qui per annunciare al mondo che siamo capaci di risolvere i nostri problemi da soli con l’aiuto della comunità internazionale ma non accetteremo nessun intervento esterno contro la volontà del popolo libico.” Strada ancora in salita per un accordo atteso da mesi, considerato un punto di svolta per il paese africano, ma anche per la comunità internazionale, sia dal punto di vista della sicurezza che per affrontare l’emergenza migranti. Intervenuto ai microfoni di porta a porta il primo ministro Matteo Renzi, affermando che la leadership dell’Italia sta nei fatti e aggiungendo che per evitare l’anarchia è fondamentale istituire un governo. Resta poco chiaro quanto consenso sia destinato ad ottenere questo accordo dalle numerose identità locali, alcune abbastanza riluttanti a sottomettersi ad un unico potere.
Un contesto scosso ancor di più dalla presenza dell’isis. Dopo essersi insediati a Sirte, vicino alle rovine archeologiche di Sabrata, i jihadisti puntano ai pozzi petroliferi a est. Un’avanzata che le forze armate libiche, e non solo, sono determinate bloccare. Nelle scorse ore fonti militari libiche hanno annunciato il lancio di una vasta operazione militare nell’area di Ajdabiya. In questa prospettiva si inserisce la nascita, a Riad, dell’alleanza militare islamica contro il terrorismo che raggruppa 34 Paesi.