Istanbul: trovata morta in un bagno dell’aeroporto una giornalista – mistero sulle cause della morte

Jacqueline Sutton, una britannica membra di una Ong che lavora in Iraq, è stata ritrovata morta in un bagno dell’aeroporto internazionale Ataturk. Le circostanze della sua morte sono tutte da chiarire
ISTANBUL – Morte sospetta quella di Jacqueline Sutton. Il suo corpo è stato scoperto sabato sera in un bagno dell’aeroporto di Istanbul ma la notizia è stata comunicata oggi dai media britannici e turchi. “Siamo devastati, all’Istituto for War and Peace reporting (IWPR) di annunciare la morte della nostra direttrice Jacky Sutton”, ha indicato oggi l’Istituto che aiuta i giornalisti nelle zone di guerra in un comunicato. “Le circostanze della sua morte non sono chiare e cercheremo di stabilire i fatti”, ha aggiunto L’IWPR. “Possiamo confermare la morte di un britannico a Istanbul”, ha indicato qualche ora prima il ministero degli esteri britannico, aggiungendo le condoglianze alla famiglia. Secondo il “Guardian”, la britannica di 50 anni è deceduta “in circostanze sospette”.
Jacqueline Sutton aveva lavorato come giornalista per il servizio internazionale della BBC tra il 1998 e il 2000, prima di effettuare missioni per le Nazioni unite, specialmente in Afghanistan, in Iran, a Gaza e in Irak come precisato dall’IWPR. “Jacky tornava in Iraq piena di progetti, soprattutto, per lottare contro l’estremismo violento che minaccia il paese al quale era tanto attaccata”.
Secondo il quotidiano turco “Hürriyet”, Jacqueline Sutton era arrivata sabato sera a Istanbul, per raggiungere Erbil, nel Kurdistan iracheno, ed è stata trovata impiccata nei bagni dell’aeroporto. Sudipto Mukerjee, del programma delle Nazioni unite per lo sviluppo ha scritto su Twitter: “non riesco a credere che la mia collega si è suicidata”.
Very difficult to believe that my colleague @undpiniraq staffer and seasoned traveler @JackySutton committed suicide http://t.co/GWMPTnMsHA
— Sudipto Mukerjee (@sudiptomuk) 18 Ottobre 2015
Jacqueline Sutton stava sviluppando una tesi sullo sviluppo internazionale nel Centro studi arabi e islamici dell’Australian National University. I suoi colleghi, dunque, la descrivono come donna piena di progetti e di vita. Nessuno sa quello che passa realmente per la mente di una persona, ma in questo caso, la pista del suidicio resta poco credibile. Essendo una donna che lottava per la libertà di espressione in Iraq, potrebbe aver trovato sulla sua strada un detrattore estremista.