Syria Files, Wikileaks: “Finmeccanica ha collaborato con il regime”
Siria. Quest’oggi per la prima volta dall’inizio delle manifestazioni contro il governo dittatoriale di Bashar al-Assad, il presidente ha ammesso di aver commesso degli errori. Una dichiarazione inaspettata a cui però è seguita immediatamente un’accusa ‘para-spalle’: “il ruolo delle interferenze straniere pesa molto di più”.
Una teoria del complotto, quella perpetrata dal governo siriano, che però quest’oggi si è fatta ancor più debole in seguito alla pubblicazione su Wikileaks di una copiosa documentazione riservata (dall’agosto 2006 al marzo 2012) che testimoniano l’attività svolta dalle autorità siriane con quelle altri paesi.
Oltre 2 milioni di mail serviranno per capire che tipo di rapporti nazioni, tra cui anche l’Italia, hanno intrattenuto prima dello scoppio della rivolta del popolo contro il governo siriano.
Per ora a destare maggior scalpore sarebbero alcune mail scambiate tra alcuni esponenti del governo siriano con alcuni dirigenti della Selex (Finmeccanica) che dimostrerebbero il coinvolgimento dell’azienda con le attività governative siriane e che potrebbero mettere in serio imbarazzo il governo italiano.
Si tratta in particolare di mail scambiate tra le società siriane legate al regime e i dirigenti della Selex che nel 2008 aveva firmato un contratto da 40 milioni di euro con la Syrian Wireless Organization (Swo) per migliorare, insieme alla multinazionale Intracom Telecom (capitale greco-russo) il sistema di comunicazione Tetra, utilizzato in tutto il mondo con fini militari e di sicurezza. Contatti che sono durati, si apprende sempre dalle mail, fino ai primi mesi del 2012 quando la repressione del regime di Assad a fatto più vittime.
In una di queste mail si può leggere come oggetto “Selex replica a richieste urgenti”, nel testo si accenna a una visita a Damasco prevista per l’11 febbraio di quest’anno di tecnici della società che si dovevano trattenere per una serie di incombenze come addestrare personale o riparare materiale venduto.
I documenti pubblicati sull’organizzazione di Julian Assange sono stati definiti da Sarah Harrison, portavoce di Wikileaks, come: “Documenti imbarazzanti per il regime di Damasco, ma anche per i suoi oppositori e che rivelano come l’Occidente e le grandi aziende occidentali dicano una cosa e ne facciano un’altra”.
Storia questa che ricorda molto quella raccontata da Repubblica lo scorso mese di dicembre quando svelò il contratto milionario (13 mln) stipulato tra la lombarda Area S.p.a. e il regime siriano, in cambio l’azienda italiana aveva offerto software in grado sorvegliare ed intercettare il traffico internet in Siria, ovvero oggi ogni email in entrata o in uscita può passare potenzialmente sotto il controllo dei servizi segreti di Damasco.
Enrico Ferdinandi
5 luglio 2012