Iran: continuano i testi missilistici
Nuovo episodio nel confronto diplomatico che oppone l’Iran agli Stati Uniti intorno alle negoziazioni sul programma nucleare iraniano. L’Iran ha lanciato martedì una decina di missili nel corso di una simulazione dell’attacco di una base militare nemica nel centro del paese. L’Iran avrebbe lanciato Sahahab 1,2 e 3, dei missili di una portata di 2000km, che possono raggiungere Israele o basi militari americane nel Medio Oriente. Quanto agli altri missili, hanno un raggio di azione che è compreso tra i 200 e 750km. Una replica di una base militare aerea nemica è stata costruita in un deserto nel centro dell’Iran, Dasht-e-Kavir, per gli esercizi. Le forze armate iraniane hanno lanciato dei missili in diversi luoghi in Iran con l’unico obiettivo di colpire la replica della base militare nemica.
Le operazioni mirano a verificare la precisione e l’efficacia dei missili, ha precisato Teheran. Le manovre si sono svolte con il “100% di successo e mostravano la determinazione, la capacità e la volontà del popolo iraniano di difendere i suoi interessi nazionali” ha dichiarato il numero due dei guardiani della rivoluzione, il generale Hossein Salami. Privi di aviazione, i missili balistici costituiscono l’unico armamento dell’Iran capace di colpire un obiettivo fuori dai propri confini. Le manovre sono condotte dai Guardiani della rivoluzione. Sono destinate ad inviare un messaggio alle nazioni avventurose” che sarebbero tentate di attaccare l’Iran, secondo il comandante delle force missilistiche iraniane, il generale Amir Ali Hajizadeh. Teheran minaccia regolarmente di colpire Israele e le base americane in caso di attacco contro l’Iran. La minaccia di un attacco contro l’Iran è intrattenuta dagli Stati Uniti e Israele. Evocano infatti da alcuni mesi la possibilità di procedere con colpi contro i siti nucleari iraniani in caso di fallimento delle negoziazioni sul programma nucleare iraniano. Un altro punto di attrito tra le parti e lo stretto di Ormuz. Dopo l’instaurazione di un embargo contro il petrolio iraniano imposto dall’Unione Europea, Teheran minacci di chiudere lo stretto di Ormuz in cui transita il 35% del petrolio mondiale per via marittima. La possibilità di una chiusura dello stretto è tanto probabile che 120 deputati iraniani hanno ideato un progetto di legge che mira a vietare il passaggio dello stretto petrolifero che si indirizza verso i paesi europei che impongono l’embargo sul petrolio iraniano. Mentre cresce la tensione sul fronte diplomatico e gli Iraniani procedono nei test missilistici gli Stati Uniti rinforzano la loro presenza di natura militare nella regione. Gli Americani vogliono far sentire la loro presenza nel golfo Persico alfine di impedire qualsiasi chiusura dello stretto di Ormuz. Secondo un responsabile del Pentagono citato dal New York Times, “il messaggio indirizzato agli iraniani e il seguente:” non pensate un solo secondo a chiudere lo stretto . Non immaginate di inviare navi da guerra nel nostro territorio le affonderemo “ . Le negoziazioni sulla delicatissima questione nucleare iraniana sono riprese nel mese di aprile dopo 15 mesi di stop. Le grandi potenze tentato di convincere Teheran di ridurre il suo programma nucleare, ma nonostante 3 turni di negoziazioni dal mese di aprile, l’impasse persiste. Alcuni esperti in fisica nucleare iraniana sono riuniti a Istanbul al fine di cercare di uscire da questa situazione.
Manuel Giannantonio
4 luglio 2012