Egitto: Con chi governerà Mohamed Morsi ?
Chiamando all’unità nazionale, il nuovo eletto presidente egiziano si è impegnato a rispettare i trattati internazionali firmati dal proprio paese. Il suo potere resterà limitato dal ruolo preponderante del Consiglio supremo delle forze armate. “Sono il presidente di tutti gli egiziani senza eccezzioni” ha dichiarato Mohamed Morsi nel suo primo discorso alla nazione in qualità di presidente eletto, domenica sera, qualche ora dopo l’annuncio ufficiale della vittoria decretata dalla commissione elettorale.
“L’unità nazionale è l’unico modo di uscire da questi tempi difficili”, ha aggiunto il candidato dei fratelli musulmani, facendo riferimento agli uomini, alle donne, ai cristiani come i musulmani. Mohamed Morsi, che ha affermato nel corso della propria campagna elettorale di essere il candidato della “rivoluzione” ha cominciato il suo discorso con un omaggio alle 850 persone uccise nella rivolta che ha permesso la cacciata definitiva del rais Hosni Mubarak dal potere nel febbraio del 2011. “Occorre che la rivoluzione continui fino alla concretizzazione dei suoi obiettivi” ha aggiunto Morsi nel suo discorso. Si è anche impegnato a “Preservare i trattati internazionali” firmati dall’Egitto, tra i quali gli accordi di pace con Israele conclusi nel 1979. Il nuovo presidente egiziano dovrà agire collaborando con il Consiglio supremo delle forze armate (CSFA). Diretto dal maresciallo Hussein Tantaoui, questo consiglio ha preso delle misure per limitare le prerogative del futuro presidente della Repubblica per evitare che l’Egitto non diventi un nuovo Iran, ma soprattutto per salvaguardare il suos status di privilegiato e il controllo sul resto del paese. Lo ristabilimento della Camera dei deputati e l’annulamento della “Dichiarazione costituzionale complementare”, grazie alla quale il CSFA si attribuisce il potere legislativo fino all’elezione di un nuvo Parlamento, eletto dopo l’adozione di una Costituzione approvata dal referendum. Con queste misure il CSFA è riuscito a mantenersi sulla scena politica egiziana e a ristabilire considerevolmente gli attributi di un capo di Stato che potrebbe essere anche un uomo di transizione. Morsi inoltre non ha alcun potere sulle forze armate. Primo presidente della II repubblica, Mohamed Morsi non è il capo supremo delle forze armate, proprio come non lo erano Nasser o Mubarak. Non può interferire negli affari dell’esercito, dichiarare guerra senza il consenso del CSFA, proporre leggi senza accordi militare, o avere l’ultima parola sulla composizione dell’Assemblea costituzionale. Non può nominare il capo di governo e i ministri senza approvazione del CSFA. Stessa sorte per quanto concerne la formazione del Consiglio presidenziale. L’elezione di Mohamed Morsi è chiaramente senza alcun ombra di dubbio il risultato di un compromesso. La confraternità dei fratelli musulmani ha dovuto impegnarsi ad accettare le frontiere imposte al proprio candidato. Sappiamo oggi che i dirigenti della confraternità, tra i quali Khairat El Chater, si sono incontrati con membri del CSFA prima delle elezioni. Le negozziazioni sono state lente e complicate. Se tutte le regole saranno rispettate il mandato di Horsi potrà essere di lunga durata. Occorre però frenare la contestazione di piazza Tharir. Una vera sfida. Nel mondo la notizia è stata accolta favorevolmente,Washington si è congratulata con Horsi mentre Israele ha reso omaggio al “Processo democratico” che gli ha permesso di accedere alla presidenza indicando che “Intende proseguire la propria cooperazione con il governo egiziano sulla base del trattato di pace del 1979. L’Unione europea a Bruxelles ha invece descritto e qualificato la vittoria di Mohamed Horsi come “Storica per il paese e la regione”.
Manuel Giannantonio
27 giugno 2012