Caso maro’, Marina Militare ricorda: ”trattenuti illegalmente in India”
Da quasi una settimana i due marò italiani (Massimiliano Latorre e Salvatore Girone), accusati di aver ucciso lo scorso 15 febbraio due pescatori indiani (avendoli scambiati per pirati) mentre erano in servizio in acque internazionali a bordo della petroliera Erica Lexie, sono stati scarcerati su cauzione e si trovano a Willingdon, nell’Isola di Kochi, dove in un confortevole albergo attendono la prossima udienza del 18 giugno.
Quest’oggi in occasione della festa della Marina Militare il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha affermato: “Rivolgo un particolare pensiero e incoraggiamento ai marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, ancora ingiustamente costretti lontano dall’Italia e dai propri affetti famigliari”.
Proprio ieri i due marò avevano scritto una lettera al capo di Stato maggiore della Marina e all’intera “famiglia” della Forza armata per ringraziare tutti gli italiani per la vicinanza e il sostegno dimostrato fin ora. I due marò hanno inoltre auspicato “una rapida risoluzione di questa incresciosa vicenda, – si legge nella lettera – affinchè, in un tempo non troppo lontano, possiamo ritornare nella nostra amata Patria, riabbracciare le nostre famiglie e tutti quanti voi”.
Il capo di stato maggiore della Marina, l’ammiraglio Luigi Binelli Mantelli, in un videomessaggio registrato oggi in occasione del 151° anniversario della Marina militare, celebrato quest’anno a Venezia, ha ricordato che : “La dignità, la disciplina e il coraggio sono le migliori qualità del nostro personale, oggi rese evidenti dal comportamento dei nostri due sottufficiali trattenuti illegalmente in India. Il nastrino giallo che tutti noi portiamo sull’abito civile e nel cuore quando indossiamo l’uniforme, insieme a moltissimi italiani è il miglior segno della coesione, che è la nostra maggiore risorsa”.
Il ministro degli Esteri italiano, Giulio Terzi, ha invece ricordato che la Farnesina è sempre al lavoro: “per ottenere una soluzione, anche dopo il processo, che riporti a casa i nostri militari.Se mai si dimostrasse in modo ultimativo il coinvolgimento dei due militari nell’incidente, di incidente si sarebbe comunque trattato. E la Procura della Repubblica ha notificato per rogatoria l’avvio di una procedura penale in Italia. Noi non vogliamo scordarci l’episodio, ma rivendichiamo la nostra giurisdizione”.
Enrico Ferdinandi
8 giugno 2012