Orrore in Belgio: Bimba di 4 anni fatta a pezzi dalla madre e messa in freezer
La madre ne aveva denunciato la scomparsa, ma poi sotto la pressione della polizia ha confessato di averla strangolata nel sonno e fatta a pezzi
In Belgio ancora una notizia choc che riguarda una bambina, il cui corpo smembrato è stato ritrovato in freezer. A confessarlo la madre, dopo che nei giorni scorsi ne aveva denunciato la scomparsa. La sua versione però non aveva convinto la polizia, insospettita dalle numerose contraddizioni.
In Belgio sono ancora tanti a ricordare il caso Dutroux, meglio conosciuto come il mostro di Marchinelle, che aveva fatto rabbrividire il mondo intero. Ora questa agghiacciante scoperta porta alla ribalta una nuova tragedia familiare, che diventa tragedia nella tragedia, perchè una mamma assassina, che strangola la propria bimba di 4 anni nel sonno, facendola poi a pezzi e nascondendola in un congelatore non è una cosa ordinaria.
Dalla cronaca si apprende che lo scorso lunedì, nella città di Chatelineau, nel sud del Belgio, una donna, originaria della Repubblica Dominicana, aveva denunciato la scomparsa della sua bimba di 4 anni. Le ricerche erano scattate immediatamente e migliaia di manifesti erano stati affissi con la foto della bimba. Gli investigatori, però avevano colto diverse contraddizioni nel racconto della madre, che divorziata dal marito viveva da sola con la figlia, ed hanno controllato attentamente ogni alibi in cerca di riscontri oggettivi e mettendola sotto stretta sorveglianza.
Deve essere stata la pressione esercitata su di lei dalle indagini, ma indubbiamente anche il forte rimorso che ha fatto crollare la donna, che ha confessato la soppressione della figlia mediante strangolamento. Poi la macabra scorperta del corpo della piccola Diana Farkas in casa della madre, che dopo aver orribilmente sezionato la figlia, aveva nascosto i poveri resti nel congelatore.
Questi fatti nascondono in se un grosso disagio che viveva la famiglia e ci si chiede come mai non si riesce a cogliere i segni premonitori che sicuramente ci sono stati. Dove erano i parenti, gli amici, i vicini, di questa donna, che ancor prima delle istituzioni avrebbero dovuto aver sentore di questi disagi e segnalarli a chi di competenza. Se ciò fosse avvenuto si sarebbe potuto dare un supporto e, forse salvare una vita innocente, ma anche la vita di una donna che oramai è rirrimediabilmente distrutta, perchè mai più potrà condurre una vita normale. Forse siamo troppo impegnati, frastornati dalla quotidianità di una vita vissuta sempre più freneticamemte, da non avere il tempo e dimenticarci di guardare con più attenzione ai nostri simili, costruendoci così il nostro alibi.
Sebastiano Di Mauro
24 maggio 2012