Baltimora, scontri tra manifestanti e polizia dopo l’uccisione dell’afroamericano Gray

Prosegue negli Stati Uniti l’escalation di violenza e di duro scontro riguardo l’operato della polizia. Nuove proteste sono esplose nel corso di quella che avrebbe dovuto essere una manifestazione pacifica per ricordare il giovane afroamericano Freddie Gray, 25 anni, morto il 19 aprile in un ospedale di Baltimora (Maryland) in seguito alle ferite riportate durante il fermo della settimana precedente. Il venticinquenne avrebbe infatti subito delle fratture alla spina dorsale che gli sarebbero state fatali: poco chiara la ragione dell’arresto del ragazzo e, elemento assai più critico, lo svolgimento dei fatti e la loro tragica conclusione, ma risulta ormai evidente che tutto si sarebbe svolto mentre Gray si trovava sotto il controllo e la responsabilità degli agenti.
In un video diffuso sul web, si sentono le grida del ragazzo, trascinato dai poliziotti verso un furgone, e una donna che, fuori dall’inquadratura, esclama “His leg broke and y’all dragging him like that!” riferendosi alla gamba inerte del ragazzo e alle sue grida di sofferenza. Le immagini e la ricostruzione del Baltimore Sun, confuterebbero dunque la versione dei poliziotti coinvolti, secondo i quali Gray sarebbe stato arrestato “senza l’uso della forza”
In un secondo momento si era ipotizzato che l’inalatore chiesto dal ragazzo, e negatogli, avesse causato l’insorgere di una crisi d’asma, ma né la gamba né i problemi respiratori sembrano la reale causa della morte dell’afroamericano, presumibilmente ucciso dai danni alle vertebre.
L’atmosfera, già tesa e abbondantemente messa alla prova dai recenti fatti -l’uccisione di Michael Brown a Ferguson, di Eric Garner a New York e di Walter Scott a Charleston- si è surriscaldata ed è inevitabilmente sfociata in contrasti con la polizia, nella rottura di vetrine e nella minaccia di arresti di massa da parte degli agenti, nel tentativo di sedare la rabbia della folla in strada e di disperdere i capannelli di manifestanti. Anche gli spettatori della partita fra i Baltimore Orioles e i Boston Red Sox, sono stati chiamati a rimanere all’interno dello stadio, per evitare di incappare nelle proteste appena fuori dai cancelli.
“La nostra voce e il nostro dolore saranno sentiti oggi”, queste le parole d’inizio che hanno incitato i manifestanti, mentre Malik Shabazz, presidente dell’organizzazione ‘Black Lawyers for Justice’ ha dichiarato con risolutezza: “L’attenzione sarà su Freddie Gray e su come la sua schiena e la sua colonna vertebrale sono state rotte, e sulla copertura della polizia”.
Vani gli appelli al sangue freddo da parte della polizia e della famiglia Gray. La situazione fuori controllo ha condotto all’arresto di 34 persone, al ferimento lieve di sei agenti e alla distruzione di varie automobili.
Non accennano ad essere risanate le fratture e il clima di sfiducia tra popolazione e agenti bianchi e il razzismo sembra essere uno dei pochi temi a non passare mai di moda, continuando ad essere protagonista della vita quotidiana di cittadine e metropoli, delle prime pagine dei giornali e delle agende politiche, delle nostre esistenze e delle nostre riflessioni.
Michela Maggi
27 aprile 2015