Nepal: Dispersi 4 italiani. Mancano all’appello 200 alpinisti
Una violenta scossa di assestamento di magnitudo 6,7 fa di nuovo tremare la terra in Nepal, dove il bilancio si appesantisce di ora in ora
KATAMANDU – Il bilancio globale della strage che ha devastato il Nepal supera i 2 352 morti con 6 239 feriti, come riferito poche ore fa da alcuni responsabili nepalesi. Sono dispersi 4 italiani e mancano all’appello 200 alpinisti. In India le autorità hanno rivelato la morte di 53 persone. 17 persone sono state uccise in Tibet, secondo la stampa ufficiale cinese.
In un campo base dell’Everest sono state ritrovate 17 persone morte e 61 feriti dalla valanga provocata dal forte sisma che ha colpito il paese ieri. Il bilancio, ancora provvisorio, è il più pesante mai registrato sulla sommità del mondo.
Queste drammatiche cifre dovrebbero ancora aumentare e le agenzie umanitarie impegnate sul posto hanno sempre più difficoltà a valutare l’effettiva ampiezza dei danni e delle necessità. “Anticipiamo le perdite e le distruzioni considerevoli”, ha dichiarato Jagan Chapagain, direttore della federazione internazionale della Croce Rossa (FICR). “Le strade sono state bloccate e danneggiate dal fango. Le comunicazioni sono interrotte, cosa che ci impedisce di entrare in contatto con le cellule della Croce Rossa e di ottenere informazioni credibili”, ha sottolineato Chapagain.
Secondo l’Istituto americano di geofisica (USGS), il sisma di magnitudo 7,8 si è prodotto a circa 80 chilometri nella zona nord est di Katmandu. La magnitudo – inizialmente valutata a 7,5 – è risultata successivamente aumentata. Secondo i media locali, le scosse hanno avuto una durata tra i 30 secondi e i 2 minuti. Un lasso di tempo interminabile.
People burn the bodies of earthquake victims at a mass cremation in Kathmandu pic.twitter.com/FhKsOgLJTn
— AFP Photo Department (@AFPphoto) 26 Aprile 2015
“Non abbiamo dormito tutta la notte. E come avremmo potuto? Il suolo non ha smesso di tremare. Non ci resta che pregare che tutto questo finisca per rientrare a casa”, ha raccontato un giovane banchiere, Nina Shrestha.
Di Manuel Giannantonio
(Twitter@ManuManuelg85)
26 aprile 2015