Iraq: Haïdar al Abadi cerca armi alla Casa Bianca
Il primo ministro iracheno, Haïdar al Abadi, si reca oggi negli Stati Uniti per la sua prima visita ufficiale, dove sarà ricevuto personalmente da Obama. Dovrà riuscire a negoziare la consegna di armi, specialmente droni, mentre il paese resta parzialmente stretto nella morsa dell’ISIS
BAGHDAD– L’incontro tra Haïdar al Abadi e il presidente americano è di fondamentale importanza nell’economia della battaglia nei confronti dello Stato islamico. Washington ha già fatto notare che Haïdar al Abadi è l’uomo della situazione.
Di fatto al Abadi, certamente più misurato del suo predecessore, non esita a manifestare un aspetto istintivo e passionale. Contrariamente a Nouri al Maliki, non fa mai riferimenti antisunniti nei propri discorsi. Ciò non significa necessariamente l’apprezzamento della comunità sunnita. Al contrario, sembra proprio sospettosa. Haïdar al Abadi, proviene da un partito sciita vicino alla Repubblica islamica dell’Iran, quanto basta per i suoi detrattori poiché non ha collaborato alla riconciliazione dal suo arrivo in qualità di primo ministro. La riconciliazione è proprio l’obiettivo della sua missione e di quella del governo con gli auspici di Washington. Abadi inoltre, non ha ordinato l’arresto dei miliziani responsabili della morte di molti civili e di prigionieri di guerra a Dyala e nella città di Tikrit.
È molto criticato nel suo campo in quanto percepito e giudicato come troppo debole. Altri gli rimproverano misure eccessivamente mediatiche: la nomina di una donna alla guida della città di Bagdad e l’annullamento del coprifuoco nella capitale quando la guerra è a pochi metri dalla stessa città, sono tra le critiche più accese.
Il primo obiettivo prefissato dal primo ministro iracheno durante questa visita è quello di riuscire ad ottenere la consegna di armi supplementari. Non è la prima volta che l’Iraq presenta una simile richiesta. Il paese ha perso milioni di dollari durante l’affondamento del proprio esercito l’anno scorso. L’esercito, infatti, fornì di armi e di equipaggiamenti la mobilitazione popolare, furono ingaggiati 80 000 volontari sunniti originari di due grandi zone sotto il dominio dell’ISIS, al-Anbar e Mossul.
Il governo ha distribuito 1 500 AK47. Una consegna insufficiente secondo il governatore di al Anbar. L’Iraq acquista ugualmente armi dall’Iran. Ieri, la polizia federale irachena ha rivelato alla stampa 12 sospetti e ha mostrato centinaia di esplosivi, missili e detonatori scoperti nella zona sud di Baghdad.
Questi uomini sono tutti combattenti dello Stato islamico, secondo la polizia. Provengono tutti da zone definite “libere” di Bagdad. Hanno nascosto le loro armi nei vestiti di due donne. Il loro intento era quello di uccidere uomini nelle fila della sicurezza con dispositivi esplosivi nascosti.
Di Manuel Giannantonio
(Twitter@ManuManuelg85)
14 Aprile 2015