Istanbul: finisce nel sangue il rapimento del magistrato mentre la polizia conduce diversi arresti nel paese
La polizia turca ha operato diversi arresti catturando alcuni militanti del gruppo dell’estrema sinistra dopo la morte del magistrato preso in ostaggio e dei suoi rapitori
ISTANBUL – Nella prima mattinata, le forze dell’ordine hanno arrestato 22 studenti sospettati di avere legami con il Partito/Fronte rivoluzionare di liberazione del popolo (DHKP-C), che ha rivendicato il rapimento. Secondo l’agenzia Dogan, la polizia ha condotto il raid dopo aver ricevuto informazioni sulla possibilità che il gruppo potesse organizzare un altro colpo.
Le forze speciali sono intervenute martedì sera contro i due uomini autori del rapimento del magistrato sequestrato da diverse ore. Durante l’operazione i militanti sono stati uccisi mentre il procuratore Mehmet Selim Kiraz è deceduto due ore dopo all’ospedale per gli effetti di proiettili alla testa e al petto.
Il magistrato indagava sulle circostanze della morte di Berkin Elvan, un adolescente deceduto l’11 marzo 2014 dopo 269 giorni di coma provocato da una granata lacrimogena della polizia di Istanbul durante una delle manifestazioni del 2013.
Questa mattina gli è stato reso omaggio presso il palazzo di Giustizia di Caglayan sul versante europeo della città. Il primo ministro conservatore islamico, Ahmet Davutoglu ha assistito alla cerimonia. Il capo della polizia di Istanbul Selami Altinok ha giustificato l’intervento dei suoi uomini spiegando come siano stati attaccati. A due mesi dalle elezioni legislative del 7 giugno Davutoglu, ha difeso la fermezza delle forze dell’ordine: «Questa operazione ha largamente raggiunto il suo obiettivo».
Secondo i media turchi, i rapitori esigevano una confessione pubblica dei poliziotti responsabili della morte di Berkin Elvan. Per ora, nessun poliziotto è stato messo formalmente in causa nell’inchiesta. Il caso di Berkin è diventato il simbolo della violenta repressione esercitata dal potere nel 2013.
Un uomo armato è stato arrestato mercoledì mattina dalla polizia dopo aver penetrato all’interno di un locale del partito al potere a Istanbul. Un incidente, evidentemente, senza nessun legame con quanto accaduto ieri.
In visita diplomatica in Romania, il presidente Recep Tayyip Erdogan, ha annunciato che interromperà il suo soggiorno per rientrare nel suo paese. «È essenziale che coloro che portano la croce della democrazia si alzino contro questi attacchi», ha dichiarato.
È un po’ di tempo che non arrivano buone notizie dalla Turchia. Le tensioni politiche sono vive alla vigilia delle elezioni legislative, per le quali il presidente Erdogan si è prefissato l’obiettivo di ottenere 400 dei 550 seggi dei deputati al fine di poter mettere mano alla Costituzione.
Di Manuel Giannantonio
(Twitter@ManuManuelg85)
1 Aprile 2015