Nucleare: Iran e le grandi potenze pronte ad uno storico accordo
Le trattative tra l’Iran e le sei grandi potenze proseguono susseguendosi per raggiungere la risoluzione dei problemi che potrebbero ancora risultare determinanti annullando quanto fatto fino ad oggi
LOSANNA – L’ultimo ministro ad arrivare nella città svizzera è il capo della diplomazia britannica Philip Hammond che manifesta un certo ottimismo: «Siamo qui perché pensiamo che un accordo possa concludersi», ha dichiarato. Con l’arrivo di M.Hammond e del suo omologo russo Sergueï Lavrov, tutti i protagonisti sono riuniti. I ministri del gruppo 5+1 (Stati Uniti, Russia, Cina, Regno Unito, Francia e Germania), si sono riuniti per il primo incontro. Una riunione con l’Iran si terrà in giornata, come riferito dall’agenzia tedesca dpa.
Abbas Araghchi, il numero due della delegazione iraniana, ha commentato positivamente la possibilità di un accordo. «Raggiungere un accordo è fattibile. Sono state trovate due soluzioni su numerose questioni. Lavoriamo ancora su due o tre probematiche e non abbiamo ancora trovato le soluzioni», ha dichiarato.
Inoltre, ha ugualmente affermato che Teheran rifiuta di inviare all’estero uranio arricchito proponendo soluzioni per rassicurare le grandi potenze che nutrono sempre un certo sospetto sulle finalità del programma nucleare civile concepito come scusa dagli occidentali per la fabbricazione di armamenti atomici.
Un gesto significativo per quanto riguarda i miglioramenti registrati è il fatto che il segretario di Stato americano John Kerry, il Francese Laurent Fabius e il tedesco Frank Walter Steinmer hanno cambiato i loro programmi allungando la loro permanenza. Il primo rinuncia di fatto al viaggio organizzato a Boston per una cerimonia in onore di Edward Kennedy, deceduto nel 2009, mentre gli altri due hanno annullato un viaggio programmato in Kazakhistan, come riferito da alcune fonti diplomatiche.
Secondo alcune fonti vicino alle discussioni, le due parti erano pronte a raggiungere compromessi per sbloccare finalmente la situazione. Uno dei punti che sarebbe stato risolto concerne il numero di centrifughe che l’Iran avrebbe accettato di vedere ridursi a 6 000 unità. Il paese dispone attualmente di circa 19 000 centrifughe, di cui la metà sono tutt’ora in attività.
D’altronde, Teheran avrebbe anche accettato di esportare parte dell’uranio debolmente arricchito quantificato a circa 8 000 tonnellate. «Si tratta di speculazioni giornalistiche», hanno ribadito alcune fonti iraniane.
L’eliminazione delle sanzioni internazionali, la questione della ricerca e dello sviluppo nel dominio nucleare sono i due punti principali sui quali si concentrano i problemi. La possibilità di un accordo dalla portata storica in questo caso complica i rapporti diplomatici internazionali da dodici anni e ha già suscitato una reazione violenta del premier israeliano Netanyahu contrario all’accordo che fornirebbe all’Iran l’opportunità di «Conquistare il Medio Oriente intero».
Di Manuel Giannantonio
(Twiter@ManuManuelg85)
30 Marzo 2015