Incidente dell’Airbus A320: “Schianto volontario, copilota tedesco voleva distruggere l’aereo”

Nelle ultime ore è stata pubblicata dall’autorevole New York Times un’ipotesi terribile: il copilota ha fatto schiantare l’aereo volontariamente

SEYNE-LES-ALPES (FRANCIA) – La prima scatola nera conferma questa terrificante ipotesi, e segna un’accelerazione netta dell’inchiesta dopo l’incidente che ha suscitato una grande commozione in tutta Europa.
“Al momento non abbiamo alcuna indicazione che punti chiaramente verso una spiegazione tecnica quindi dobbiamo considerare la possibilità di una deliberata responsabilità umana”. Queste parole sono giunte da una gola profonda al ‘NYT’. Alla luce di questa considerazione, non si può dunque scartare l’ipotesi dell’intenzionalità alla base dell’improvvisa discesa di 8 000 metri del velivolo. Alcuni esperti di aviazione francesi sostengono che lo schianto sia stato causato dal suicidio del comandante. Secondo quanto riferito a ‘Le Figaro’, il comandante rimasto all’interno della cabina di pilotaggio può avere deliberatamente bloccato la porta (blindata dall’11 settembre in tutti gli aerei), per impedire il rientro del copilota.
“All’inizio del volo sentiamo l’equipaggio parlare normalmente, poi si sente il rumore di uno dei sedili che indietreggia, una porta che si apre e si richiude, poi rumori che indicano che si bussa alla porta, non ci sono più conversazioni fino al momento dell’impatto”, ha indicato una fonte vicina all’inchiesta.
#CrashA320 Déploiement de moyens modulaires, #Shelter et tentes, pour assurer toutes les investigations dans la durée pic.twitter.com/2BdHwsAlTv
— GendarmerieNationale (@Gendarmerie) 26 Marzo 2015
I due piloti si esprimono in Tedesco. Alla fine del volo, gli allarmi indicanti la prossimità del suolo suonano, come precisato dalla stessa fonte che non è stata in grado di spiegare se fosse stato il pilota o il copilota a lasciare la cabina di pilotaggio. “Quando si digita il codice di re-ingresso, il pilota che si trova ai comandi ha 30 secondi per bloccare l’apertura della porta premendo il pulsante ‘nega’”, come dettagliato dall’esperto pilota francese Nicolas Redier. Queste informazioni provengono dall’analisi audio degli investigatori. La scatola nera (Cokpit Voice Recorder) è stata ritrovata martedì qualche ora dopo l’incidente e la sua lettura è stata completata mercoledì.

Queste informazioni sopraggiungono dopo il recupero dei corpi o dei resti delle 150 vittime dell’incidente della Germanwings, filiale del colosso Lufthansa, dai soccorritori giunti sul luogo del dramma nelle alpi della Provenza, dove sono attesi per domani i famigliari delle vittime, soprattutto dalla Spagna e dalla Germania. Centinaia di persone, famiglie e parenti delle vittime, saranno accolte nel centro operativo composto da due grandi teloni bianchi e installato nella zona di Seyne-les-Alpes. Due aerei dovrebbero partire da Düsseldorf e Barcellona per Marsiglia al fine di permettere ai famigliari di recarsi in prossimità dei luoghi della catastrofe. I dirigenti francese, tedesco e spagnolo si sono riuniti unendosi al dolore per la tragica scomparsa dei propri cittadini. Germania e Spagna hanno proclamato giornate di lutto nazionale, contano rispettivamente 72 e 51 vittime. Sul luogo dell’incidente, a 1500 metri di altitudine, in una zona di difficile accesso, più di 300 gendarmi, 280 poliziotti, un centinaio di pompieri, 70 cacciatori alpini e una decina di medici legali, sono mobilitati nelle operazioni di ricerca e d’inchiesta, che riprenderanno domani mattina.
#Direct #Germanwings : zoom en #images sur les moyens mobilisés autour du #A320Crash https://t.co/W9H1auQ3r7 pic.twitter.com/Zfkiu7w2l6 — Ministère Intérieur (@Place_Beauvau) 25 Marzo 2015
L’identificazione dei corpi prenderà “giorni e anche settimane”, ha prevenuto il procuratore della Repubblica di Marsiglia Brice Robin. L’Interpol ha inviato una squadra di specialisti per sostenere questo delicatissimo compito. Sulla spiegazione del dramma “a questo stadio non escludiamo nessuna ipotesi”, ha indicato mercoledì il direttore dell’ufficio investigativo BEA (Bureau d’enquêtes et d’analyses), Rémi Jouty, precisando tuttavia che l’aereo non è esploso in volo, ma che “ha volato fino alla fine, prima di disintegrarsi in migliaia di pezzi contro la montagna”. Questa mattina, il primo ministro francese ha dichiarato che la pista terrorista non è quella prioritaria. “Se i piloti non hanno impedito all’aereo di schiantarsi contro le montagne, è perché erano incoscienti o morti, o hanno deciso di morire, o sono stati costretti a morire”, ha sintetizzato un esperto all’AFP (Agence France Press).
Secondo quanto riferito da un’altra fonte vicina all’inchiesta, il copilota del volo era entrato recentemente nella compagnia tedesca Germanwings, filiale di Lufthansa, aveva al suo attivo un centinaio d’ore di volo. Il copilota era Andreas Lubitz, 28 anni, ed era tedesco originario di Montabur, nella regione della Renania-Palatinato. Il pilota invece era Patrick S. comandante di bordo, padre di due bambini, originario di Düsseldorf, Lavorava per la Germanwings dal 2014 e aveva un’esperienza di oltre seimila ore di volo, la maggior parte delle quali passata proprio su Airbus.
L’Airbus A320 della Germanwings godeva di una pessima reputazione, infatti, il quotidiano tedesco ‘Westdeutsche Allgemeine Zeitung’ riporta la dichiarazione di un pilota tedesco, che protetto dall’anonimato, ha riferito come fosse malvisto tra i comandanti. Era “uno degli aerei che rimanevano più spesso a terra”, ha detto. La compagnia tedesca Lufthansa ha comunque scartato qualsiasi ipotesi di relazione tra la sicurezza del volo e queste considerazioni.
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Di Manuel Giannantonio
(Twitter@ManuManuelg85)
26 Marzo