Mali: attesa per il nuovo governo

Le consultazioni proseguono, venerdì 13 aprile, in vista della nomina del primo ministro e del suo governo nel Mali, all’indomani dell’investitura del presidente Dioncunda Traoré, che ha promesso “la guerra” ai gruppi armati che occupano il Nord e che si rifiutano di ritirarsi. Nel frattempo circa 200 detenuti in mano alle forze del Nord, essenzialmente soldati maliani, sono stati raggruppati per essere rimpatriati a Bamako, secondo quanto riportato da un responsabile dell’Alto Consiglio islamico che ha partecipato alle negoziazioni per il giorno della liberazione.
Dioncunda Traoré è stato eletto presidente di transizione in virtù dell’accordo tra la giunta militare che aveva rovesciato il 22 marzo il presidente Amadou Toumani Touré e la comunità economica degli Stati d’Africa dell’Ovest (Cédeao), prevedendo il ritorno al potere dei civili. L’accordo stipula che il futuro primo ministro disporrà di “pieni poteri” con un governo di “unione nazionale”, che dovrebbe contare una ventina di membri. L’obiettivo principale sarà quello di tentare di aprire un dialogo con i ribelli Tuareg del Movimento nazionale di liberazione dell’Azawad (MNLA) e Ancar Dine, movimento islamico appoggiato da Al Qaeda, che occupa tre regioni del Nord-Gao, Kidal e Tombouctou dalla fine di marzo. Traoré, presidente di un paese dall’esercito demoralizzato e non adeguatamente fornito che non ha potuto resistere all’avanzata del movimento armato nel Nord, ha promesso “Una guerra totale e implacabile”, dopo aver reso “fiducia” ai soldati e con il sostegno dei vicini africani e della comunità internazionale in generale. Ma la designazione di un primo ministro si rivela difficile in questo particolarissimo e delicato contesto. Un paese che dunque sta aspettando di vedere l’evolversi del proprio futuro immediato e non solo.
Manuel Giannantonio
13 aprile 2012