Libia: ucciso un responsabile dell’ISIS
Uno degli uomini più ricercati della Tunisia, Ahmed Al-Rouissi, conosciuto anche con il nome da guerra Abou Zakariya Al-Tunisi, è stato ucciso durante alcuni scontri tra le forze libiche nei pressi della città di Sirte, come riferito da alcune fonti tunisine. L’uomo comandava nel paese un’unità jihadista dello Stato islamico
TRIPOLI – Ahmed Al-Rouissi era un altro responsabile dell’organizzazione estremista tunisina Ansar Al Charia, un volto noto poiché considerato come un terrorista dagli Stati Uniti. Le autorità tunisine riferiscono che quest’uomo fosse il cervello degli attentati in cui persero la vita due responsabili dell’opposizione tunisina nel 2013, Mohamed Brami e Chokri Belaïd. La sua morte conferma l’importanza crescente che ricopriva nelle fila jihadiste straniere nel conflitto libico. Durante i suoi ultimi giorni di vita, alcuni jihadisti dell’ISIS si sono opposti ai membri di Fajr Libya, la coalizione delle milizie a Tripoli, per il controllo della città di Sirte.
Dalla fine della rivolta che ha rovesciato nel 2011 il regime di Muammar Gheddafi, la Libia è stretta nella morsa delle milizie rivali strutturata da ex ribelli per la maggioranza. Due autorità ora si contendono il potere: un governo e un parlamento, sostenuto da un esercito riconosciuto internazionalmente, e un governo e un parlamento parallelo con base a Tripoli, che si è impossessato ad agosto della capitale e di una gran parte del territorio dell’Ovest libico.
Questi due poteri tentano di contenere l’influenza dello Stato islamico dell’Iraq e del Levante, che ha rivendicato i primi attacchi in Libia lo scorso gennaio attraverso uno spettacolare assalto contro un albergo nella capitale (nove morti, tra i quali un americano e un francese), poi a febbraio la terrificante decapitazione di 21 egiziani copti.
La Tunisia ha annunciato martedì di aver smantellato quattro sedi di reclutamento dei jihadisti e arrestato una trentina di persone nell’ambito di un rinforzamento dei controlli di confine. I tunisini, che partivano numerosi per combatter in Siria e in Iraq, si recano ugualmente in Libia, dove l’ISIS ha recentemente esteso la propria influenza, approfittando del caos generato dalla rivalità tra i due governi che si contendono il potere. Il paese, ha rinforzato la sua presenza militare nella zona della frontiera libica per cessare le infiltrazioni dei jihadisti in Tunisia e in Libia, come sostenuto dal primo ministro Habib Essid.
Di Manuel Giannantonio
(Twitter@ManuManuelg85)
18 Marzo 2015