Russia: aperture nel panorama politico?
Approffitando di una riforma di Stato dei partiti politici in Russia, ecologisti, socio-democratici e anche monarchici potranno presto presentarsi ad alcune elezioni. Ormai, il numero minimo di membri per registrare una formazione politica è di 500, contro 40.000 neccessari in passato. Le autorità inoltre controllerano i documenti dei partiti non più ogni anno ma ogni tre, secondo questo nuovo testo entrato in vigore martedì 3 aprile. L’opposizione è fortemente in contrasto con il governo da dicembre, dopo delle elezioni legislative largamente manipolate e una elezione presidenziale, il 4 marzo che ha visto tironfare Vladimir Putin che si è dunque ripreso il trono di capo di Stato.
Fino a 100.000 persone sono scese per le strade delle Russia per manifestare. Senza dubbio non un grande risultato, considerando che il paese è composto da 140 milioni di abitanti, ma una mobilitazione sufficentemente forte da spingere il Kremlin a fornire qualche apertura. Per l’opposizione scettica, questa rimane una riforma ingannevole. Secondo Yaroslav Nikitenko, “E un effetto annuncio. In Russia il problema prinicipale non è la legge ma il fatto che lo Stato non la rispetti. Prima di questa riforma numerosi partiti che soddisfacevano le condizioni necessarie hanno visto i loro dossier respinti per ragioni insignificanti”. Un altro problema per l’ex prigioniero politico è il fatto che il testo non autorizzi le coalizioni. Secondo lui, il Kremlin ha sostenuto questa riforma, mirando sulla frammentazione dell’opposizione che diventerà incapace di diventare una reale minaccia per il potere: “Non possiamo aspettarci di vedere fiorire numerosi partiti, che divideranno ancora di più i voti dell’opposizione”. Sappiamo che gli avversari “fuori sistema” sono inclini alle divisioni. Ma il fronte comune della loro denuncia delle recenti elezioni, possono aver contribuito a superare un corso. Vladimir Putin può essere sorpreso da una ricomposizione del panorama politico che darebbe modo a tre grandi forze politiche di rappresentare diverse correnti. Inoltre anche il il carismatico leader della Sinistra russa, Serguei Oudatsov, difende la creazione di un “grande partito sociale democratico” che potrebbe raggruppare, Russia giusta, Solidarsnoc e il fronte della Sinistra. La posizione del Partito comunista (KPRF) in un simile ragruppamento resta tutta da definire. Il KPRF, seconda forza del paese per numeri di eletti, ha contestato in maniera blanda le elezioni legislative. L’eterno Ziouganov, candidato nel 1996,2000,2008 e 2012 non sembra deciso a ritirarsi, nonostante i poco incoraggianti risultati raggiunti. Il KPRF è “un partito di sistema” che infondo non ha veramente interesse a vedere crollare il sistema Putin. Dall’altra parte politica invece le negoziazioni sono già in corso. Kikahil Prokorov, candidato alle presidenziali del 4 marzo scorso, ha già annunciato che sarà creato un nuovo partito liberale. Alexei Koudrine, vecchio ministro della finanza di Vladimir Putin, si è detto pronto a partecipare. Putin moltiplica gli appelli rivolti alla destra. Si è detto aperto a un “dialogo costruttivo” con le forze di Nemtsov, che fino ad ora hanno respinto le sue avances. Alexei Koudrine, non gli chiude la porta, si augura di piazzarsi tra l’opposizione e il governo per sottomettere al dibattito pubblico delle soluzioni alternative ai problemi di ordine poltico, economico e sociale.
Manuel Giannantonio
12 aprile 2012