L’ISIS MINACCIA TWITTER
Twitter indaga con l’ausilio delle autorità americane sulle minacce dello Stato islamico contro il social network. Questa dichiarazione sopraggiunge alle informazioni comparse via stampa che assicurano come la piattaforma social e il suo co-fondatore Jack Dorsey siano stati oggetti di minacce da parte dell’ISIS
CALIFORNIA – Continua la propaganda dell’ISIS e la conseguente strategia del terrore. La rete, è diventato il campo di battaglia dal quale annunciano le loro intenzioni. Il cyberspazio vive dunque, l’avanzata virtuale dello Stato islamico che dopo le minacce pubblicate nei confronti di Roma, se la prende direttamente con il social network Twitter. «La nostra squadra di sicurezza indaga sulla fondatezza di queste minacce con le forze dell’ordine coinvolte», ha indicato Twitter in un comunicato.
Le minacce sarebbero dovute al ritiro di numerosi tweet alla sospensione di alcuni account jihadisti e di altri gruppi estremisti come Boko Haram. «La Guerra virtuale che conducete diventerà vera», avrebbe scritto lo Stato islamico dell’Iraq e della Siria attraverso tweet tradotti da SITE intelligence, un gruppo di sorveglianza americano della minaccia jihadista.
#Isis: Twitter ha cancellato 2.000 account jihadisti in 7 giorni http://t.co/hzsHH6gjQy pic.twitter.com/VzgxwGEvRR
— Agi Agenzia Italia (@Agenzia_Italia) 3 Marzo 2015
«Vi diciamo dall’inizio che non è la vostra Guerra, ma non capite e continuate a bloccare i nostri account su Twitter. Riusciremo a tornare rapidamente. Quando i lupi solitari vi spegneranno non ci sarà più ritorno», minaccia il gruppo islamico estremista come riportato dall’autorevole Washington Post. I movimenti jihadisti si avvalgono dell’utilizzo di questo social network per comunicare, reclutare, e diffondere video vedi coordinare le loro operazioni, come riferito dagli esperti.
#Isis, nuove minacce a #Twitter: uccidete fondatore e dipendenti http://t.co/3h2h0ovEdG pic.twitter.com/jrPPEq0WH4
— Agenzia ANSA (@Agenzia_Ansa) 2 Marzo 2015
Come i suoi concorrenti, Twitter è confrontato nella sfida del rispetto della libertà d’espressione evitando di essere uno strumento indiretto per la violenza. La politica di utilizzo della piattaforma di microblogging vieta espressamente minacce tra utenti.
Di Manuel Giannantonio
(Twitter@ManuManuelg85)
3 Marzo 2015