Siria: altro che piano di pace, bombe su Homs e Zabadani

L’accettazione del piano di pace dell’Onu da parte del regime di Assad è rimasto, come in molti avevano ipotizzato, reale solo a voce. Continuano quest’oggi difatti i bombardamenti in varie città della Siria nonostante Assad avesse preso formalmente l’impegno di ritirare entro il prossimo 10 aprile le truppe e le artiglierie pesanti da tutti i centri abitati.
L’Osservatorio Siriano per i Diritti Umani ha annunciato che oltre ad Homs e Zabadani, sotto bombardamento dalle prime luci dell’alba, anche altre località sono in queste ore prese d’assalto dalle truppe lealiste tra cui quelle situate nelle province di Idlib e di Deraa.
È la Croce Rossa a render noto che una delle situazioni più critiche sta avendo luogo a Dael (Deraa) dove sono in corso rastrellamenti ed arresti di massa, in città sono molti gli edifici incendiati e si contano al momento almeno quattro vittime, un civile e tre militari.
Proprio ieri è arrivato in Siria Jakob Kellenberger, presidente della Croce Rossa, per cercare (questa sarà il terzo tentativo dall’inizio delle rivolte contro Assad) di convincere le autorità locali a permettere, almeno per qualche ora al giorno, l’arrivo degli aiuti umanitari nelle zone più colpite ed isolate.
Continua anche l’emergenza rifugiati, ogni giorno centinaia di siriani cercano di fuggire dal paese, solo in Turchia il Direttorato per la gestione dei disastri e delle emergenze turco ne contano oltre 19.500.
Enrico Ferdinandi
3 aprile 2012