Ucraina: riprendono gli scontri nonostante l’accordo di pace raggiunto a Minsk
A Donestk, zona in mano ai ribelli, gli scontri sono continuati questa mattina, nonostante l’accordo raggiunto tra i capi di Stato nel summit bielorusso di Minsk
DONESTK – Gli scontri non conoscono tregua nell’est separatista russo. Solo questa mattina, quindici militari e alcuni civili sono morti nelle ultime 24 ore. Eventi che alimentano la sfiducia degli occidentali nei confronti dell’accordo di pace raggiunto a Minsk. Il testo dell’accordo aveva creato una certa speranza per l’arresto delle ostilità che hanno raggiunto livelli critici nelle ultime settimane. Il bilancio dei morti si aggrava, aggiornandosi a quasi 5 500 morti in soli 10 mesi.
La cancelliera tedesca Angela Merkel e il Presidente francese François Hollande, che hanno partecipato al summit bielorusso, hanno lasciato intendere che ci saranno difficoltà nella messa in atto di Minsk2 mettendo in guardia la Russia minacciando di imporle nuove sanzioni se la tregua dovesse fallire. Gli Stati Uniti hanno di fatto abbandonato, diplomaticamente parlando, la coppia franco-tedesca per strappare un accordo sull’Ucraina con la Russia. Tuttavia, Washington ha sostenuto gli alleati europei mantenendo pressioni nei confronti di Mosca in caso di fallimento della tregua concordata.
Sul territorio, l’Ucraina ha perso otto militari nei bombardamenti mentre altri 34 sono stati feriti negli scontri, come indicato venerdì mattina da un porta voce militare ucraino, Vladislav Sleznev, durante una conferenza stampa. Inoltre, l’uomo ha sottolineato quanto sia complicata la situazione nei pressi di Debaltseve, nodo ferroviario strategico a metà percorso tra la capitale separatista Donestk e Lugansk, dove le truppe ucraine sono praticamente accerchiate dai ribelli. Il Presidente russo, Vladimir Putin, aveva dichiarato in precedenza che i separatisti volevano che le forze ucraine deponessero le armi, stimando che i soldati ucraini accerchiati sono tra i 6 000 e gli 8 000.
Diversi analisti stimano che i separatisti sostenuti dalle forze dell’ordine russe, vogliono tentare di riprendere il controllo di Debalteve. Una fonte ucraina, vicina alle negoziazioni di Minsk, ha indicato che la tregua è “un compromesso poiché i russi volevano una settimana”. Il portavoce del Cremlino Dmitri Petrov, ha affermato che la Russia vuole stabilire una tregua “immediata” in Ucraina e non per il 15 febbraio (data stabilita nelle negoziazioni tra i capi di Stato), data ritenuta sotto pressione dei separatisti durante il summit.
I bombardamenti sono ripresi anche a Lugansk, una delle capitali regionali e bastione dei separatisti, uccidendo tre civili, secondo il comune cittadino. Altri due civili sono stati uccisi nella stessa regione.
L’accordo di Minsk è un accordo che non sembra essere di “pace” e non prevede meccanismi concreti per risolvere le questioni circa il controllo della frontiera per la quale l’Ucraina e gli occidentali accusano la Russia di farvi transitare armi. La ripresa del controllo di Kiev è prevista per la fine dell’anno dopo le elezioni locali nei territori separatisti e dopo il regolamento politico globale della crisi.
Di Manuel Giannantonio
(Twitter@ManuManuelg85)
13 Febbraio 2015