Ucraina: quali sono le intenzioni dei capi di Stato?

Il destino dell’Ucraina si gioca a Minsk in Bielorussia. La capitale, infatti, accoglie un summit tra il Presidente ucraino Porochenko, il suo omologo russo, Vladimir Putin, la cancelliera tedesca e il Presidente francese François Hollande

UCRAINA – I leader dovranno trovare un accordo sulla crisi ucraina, segnata da violenze tra i separatisti filo russi e le truppe fedeli a Kiev nell’Est del paese. Alcuni rappresentanti della Russia e dell’Ucraina per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE), si sono riuniti per tentare di raggiungere un accordo sulla fine degli scontri, il cui bilancio sale a più di 5 000 morti dallo scorso aprile. Tuttavia, per il momento non è stata raggiunta nessuna intesa tra le parti.
Sabato, Angela Merkel ha ricordato che la crisi ucraina “non può trovare una soluzione militare”. Parigi e Berlino di fatti escludono qualsiasi soluzione di questo tipo. Il piano franco – tedesco prevede una larga autonomia delle regioni dell’est dell’Ucraina, come riferito da un alto rappresentante del Dipartimento di Stato Americano. Si basa sulla linea attuale, e prevede una zona demilitarizzata da 50 a 70 km di larghezza lunga la linea di conflitto.
“Vogliamo organizzare la sicurezza dell’Europa con la Russia non contro la Russia”, ha sentenziato la Merkel che non manca di ricordare a Putin, il rispetto del diritto internazionale: “Le azioni della Russia, prima in Crimea e poi nell’est dell’Ucraina, hanno violato questo fondamento della nostra coesistenza europea. L’integrità territoriale dell’Ucraina è stata controllata, come la sua sovranità. Il diritto internazionale è stato violato”.
Il Presidente Porochenko, giunto al potere promettendo di porre fine alla guerra e di riconquistare le zone ribelli, ha riassunto l’incontro di Minsk: “offrire una delle ultime opportunità di instaurare il cessate il fuoco incondizionato e un ritiro dell’artiglieria pesante”. In queste condizioni, si milita attivamente per la fine degli scontri.
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— Sky TG24 (@SkyTG24) 11 Febbraio 2015
Per quanto concerne la zona demilitarizzata, Porochenko ha martellato lunedì che esiste “solo una linea [del fronte], quella [del precedente] accordo di Minsk”, conclusosi lo scorso settembre. Kiev esige che la fine delle ostilità sia accompagnata dalla chiusura dei 400 km di frontiera russo-ucraina sotto il controllo separatista negli ultimi mesi. Vogliono recuperarne il controllo congiuntamente all’OSCE. Tuttavia, Mosca rifiuta di affrontare questa situazione, argomentando che riguarda solo i suoi alleati separatisti.
Secondo una fonte governativa ucraina Kiev sarebbe pronta a fornire un accordo sull’attuale line del fronte per il ritiro delle armi pesanti a condizione che i ribelli indietreggino dietro la linea di frontiera. Cosa che creerebbe, di fatto, una zona demilitarizzata maggiormente estesa.
Vladimir Putin ha affermato: “La Russia non voleva fare la Guerra a nessuno”. “Ma esiste, questo è sicuro, un tentativo di frenare il nostro sviluppo”. Sostanzialmente, i ribelli e Mosca e reclamano a Kiev il ritiro dei propri soldati e la ripresa immediata del finanziamento dei territori separatisti interrotti lo scorso novembre.
I russi sono favorevoli a uno status di federazione o di autonomia per le zone sotto il controllo ribelle con l’elezione dei governi regionali per legittimare i “presidenti” delle repubbliche autoproclamate da Donetsk e Lugansk.
Di Manuel Giannantonio
(Twitter@ManuManuelg85)
11 Febbraio 2015