Tel Aviv, palestinese accoltella dodici persone

TEL AVIV (ISRAELE) — Cresce l’allarme in Israele per il nuovo attentato terroristico di questa mattina. Il fatto è accaduto a Tel Aviv, la dinamica è quella del «terrore», colpendo persone su un autobus e per strada. I feriti sono dodici, di cui cinque in gravi condizioni. L’aggressore è Hamza Muhammed Hassan Matrouk, un palestinese ventitreenne di un campo profughi di Tulkarem (Cisgiordania), entrato illegalmente nel Paese. È stato catturato dopo aver tentato inutilmente la fuga, fermato dagli spari di un poliziotto che ha colpito le sue gambe.
Le forze di sicurezza stanno eseguendo controlli per verificare la presenza di eventuali complici, ma a tutti gli effetti sembra un attacco fatto in solitaria, imprevedibile e destabilizzante, un fenomeno che da settembre è in continua crescita. Un lungo elenco fatto di trattori e macchine lanciati contro la folla che aspetta tram ed autobus, aggressioni con arma da fuoco, ascia o coltelli, dove a morire sono bambini, ragazzi, donne e uomini ignari, attivisti o soldati. E dove a morire molte volte sono gli stessi aggressori, diventati loro stessi arma di distruzione per nazionalismo o religione, cresciuti come Matrouk in città come Tulkarem, un tempo gioiello di archeologia e ora al centro di rivolte, in una costante e logorante instabilità economica e politica.
Terrorismo, un’unica parola ad abbracciare tante facce e tanti morti. Non sono passati molti giorni dalla manifestazione di Parigi, i numeri e le presenze «illustri», a camminare fianco a fianco, avevano acceso la speranza di un cambiamento. Benjamin Netanyahu e Abu Mazen c’erano, ma la realtà è ben più complessa di una marcia. Le dichiarazioni del Premier israeliano Netanyahu fatte poco dopo l’attentato parlano di un «attacco che è la diretta conseguenza della velenosa campagna d’incitamento del Presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese Abu Mazen contro gli Ebrei e il loro Stato. Questo terrorismo sta cercando di attaccarci a Parigi, Bruxelles e ovunque». Non sono mancate parole di condanna contro Hamas che da Gaza ha esaltato l’azione di Matrouk, definendola “eroica e coraggiosa”: «Hamas, partner di Abu Mazen nel governo di unità, affrettatasi a lodare questo attacco, è la stessa che ha annunciato di voler citare in giudizio Israele alla Corte Penale Internazionale all’Aja».
Paola Mattavelli
22 gennaio 2015