Siria: Bombe su Homs e scontri sul referendum per nuova Costituzione

In Siria quest’oggi si vota per il referendum sulla nuova Costituzione mentre in tutto il paese continuano le azioni di repressione delle forze di Assad. Homs come detto più volte è da oltre due settimane sotto assedio, interi quartieri quasi del tutto distrutti, almeno cento morti solo nella giornata di ieri, e tre giornalisti morti questa settimana.
Il referendum, proposto da Assad a inizio febbraio, che prevede la possibilità creare una nuova carta costituzionale avrebbe dovuto placare le violenze in quanto (questa almeno la promessa) doveva garantire la fine del dominio di un solo partito nel paese, invece le violenze continuano alimentando gli scontri a Homs, Hama, Deir al-Zor e Deraa dove sono in corso proteste, scontri e battaglie tra lealisti e soldati disertori e attivisti dell’esercito siriano libero. Le proteste sono dovute al fatto che la nuova carta costituzionale seppur aprirebbe la strada alla fine del dominio del partito Baath, lascerebbe ad Assad poteri quasi assoluti, nella sostanza non cambierebbe nulla.
Sta di fatto che questa mattina si sono aperti i seggi alle 7 ora locale (le 6 in Italia), più di 14 milioni di cittadini sono chiamati alle urne, si prevede grande caos in quanto i ribelli e l’opposizione hanno invitato a boicottare il voto, chiedendo ancora una volta la deposizione di Bashar al-Assad, per aprire la strada ad un futuro democratico.
La Croce Rossa Internazionale intanto ha fatto sapere che non potrà evacuare i feriti dal quartiere di Baba Amro (una delle zone più colpite dalle bombe a Homs) poiché non ha raggiunto un accordo con il regime per una tregua di almeno due ore. Un portavoce della Cri fa sapere: “Insieme alla Mezzaluna Rossa Siriana abbiamo trattato da stamane sia con le autorità siriane che con i gruppi dell’opposizione ad Homs. Discussioni che non hanno portato ad alcun risultato concreto oggi. Sfortunatamente, pertanto, oggi non sarà effettuata alcuna evacuazione d’emergenza”.
Ricordiamo che fra i feriti ci sono anche la giornalista francese di Le Figaro, Edith Bouvier, ferita gravemente mercoledì ad una gamba dall’ordigno che ha ucciso la reporter del Sunday Times, Marie Colvin, e il fotografo Remi Ochlik. Per le condizioni della Bovier la Francia ha già espresso preoccupazione ed ha più volte chiesto al regime di Damasco, per voce del capo della diplomazia francese, Alai Juppé di permettere alla Cri di intervenire per curare i feriti presenti a Homs.
Enrico Ferdinandi
26 febbraio 2012