Afghanistan, Corano bruciato: 12 morti in proteste

Quarto giorno di proteste in Afghanistan dove i cittadini stanno protestando contro gli States dopo che alcuni addetti alle pulizie della base Usa di Bagram hanno trovato alcune copie del Corano bruciate. Dopo le scuse che Obama ha rivolto alla nazione non sono arrivate spiegazioni sul perché del gesto e gli afghani continuano a bruciare la foto del presidente americano e inneggiare slogan come “morte all’America”.
Negli scorsi giorni ci sono state decine di morti e dei feriti, ieri sono deceduti anche due soldati statunitensi.
Oggi si contano almeno altri 12 morti in tutta la nazione, almeno 50 feriti solo nella provincia di Herat dove la folla ha assaltato il consolato degli Stati Uniti. Durante l’assalto si sono contati almeno quattro morti, una fonte ha spiegato che: “Alcuni dimostranti hanno cercato di impadronirsi delle pistole degli agenti, c’è stata una sparatoria e due persone sono rimaste uccise”.
Ricordiamo che ad Herat sono schierati i militari italiani che stanno aiutando nel processo di transizione e dove la sicurezza è di competenza delle autorità locali e non delle forze Nato, secondo alcune fonti i nostri militari non sono rimasti fin ora coinvolti in nessuno scontro.
La situazione è critica in tutta la nazione, e le proteste per il gesto degli States ha generato dissenso anche in altri paesi di religione mussulmana.
In Iran, già in conflitto con gli Usa per la questione nucleare e dello stretto di Hormuz, durante una trasmissione radiofonica lo ayatollah Ahmad Khatami ha rivolto pesanti accuse: “Le loro scuse sono false. Il mondo deve sapere che l’America è contro l’Islam. Il Corano in fiamme non è stato un errore. E’ stata una mossa intenzionale”.
Anche in Malaysia vi è stato un corteo a Kuala Lumpur, almeno 200 persone hanno marciato dalla moschea fino all’ambasciata americana, anche qui si inneggiava alla morte dell’America e al rispetto del Corano. Nasruddin Hassan Tantawi, leader del movimento giovanile del partito islamico presente al corteo ha detto: “le scuse da sole non bastano perché quanto accaduto ha molti precedenti. Non solo hanno ucciso i nostri fratelli musulmani, ma hanno anche insultato la nostra religione. E questo non può essere tollerato”.
Guardando la situazione da un punto di vista più globale ci si rende conto che questa è stata solo una miccia che ha fatto esplodere nuovamente le contestazioni contro gli Usa che insieme ad altri paesi occidentali da mesi si sta interessando ad alcune questioni mediorientali giudicate al limite. Non solo le già menzionate questioni iraniane ma anche quella siriana con la repressione di Assad e le uccisioni giornaliere di decine di cittadini innocenti. Un dubbio quindi sorge spontaneo, che le copie del Corano siano state fatte ritrovare bruciate di proposito?
Per dovere di cronaca è pur giusto ricordare però che più volte vi abbiamo informato del basso grado culturale dei soldati statunitensi inviati in guerra…
Enrico Ferdinandi
24 febbraio 2012