Stati Uniti: Obama dichiara che il paese risponderà al cyber attacco coreano

Il Presidente Barack Obama ha promesso venerdì cheg li Stati Uniti “rispondereanno” alla Corea del Nord designata come autore del più grave cyber attacco perpetrato nel paese. Tuttavia, il patron della Sony Pictures difende il proprio gruppo.
Washington D.C – “Risponderemo in maniera proporzionata e risponderemo, in un luogo e nel modo che sceglieremo”, ha prevenuto il Presidente americano durante una conferenza stampa, escludendo che un altro paese abbia effettivamente collaborato con Pyong Yang. La Corea del Nord continua a smentire il proprio coinvolgimento in questo caso, ma L’FBI (Federal Bureau Investigation), ha chiaramente attribuito loro la paternità del gesto.
Barack Obama ha stimato che il colossal Sony ha commesso un errore annullando l’uscita nelle sale dell’”intervista che uccide”, commedia satirica su un fittizio complotto della CIA (Central Intelligence Agency) per assassinare il leader coreano Kim Jong Un, che ha inevitabilmente scatenato l’ira del regime comunista.
Il patron della Sony Michael Lynton ha categoricamente difeso la sua azienda: “Il Presidente, la stampa e l’opinione pubblica si sbagliano su quello che è realmente accaduto”, affermando di essere stato costretto a rinunciare all’uscita del film prevista per natale.
La stampa cinese, via “Global Times”, gruppo appartenente al “Quotidiano del Popolo”, organo del partito comunista cinese, ha condannato sabato “l’assurda arroganza culturale” del film. I cineasti americani hanno torto di prendersi gioco del leader nord coreano Kim Jong Un, ha aggiunto il giornale.
Il consigliere sugli attacchi informatici della Casa Bianca, Michael Lynton, ha stimato che la pubblicazione era difficilissima poiché nessun gruppo ha accettato la sua produzione nemmeno via DVD.
Numerose celebrità hollywoodiane hanno fustigato la Sony per essere ceduta alle pressioni informatiche che reclamavano il ritiro del film ed aver così realizzato un attentato alla libertà d’espressione.
Sony è stata vittima alla fine di novembre di alcuni attacchi informatici rivendicati dal gruppo di pirati informatici GOP (Guardians of Peace), con il quale numerose informazioni sono state derubate e pubblicate online. Successivamente lo studio ha ricevuto minacce circa gli attentati dell’11 settembre per le sale che manderanno il film, diretto da Seth Rogen.
Il senatore democratico Robert Mendez, presidente della commissione degli Affari Esteri, ha scritto al segretario di Stato John Kerry per reclamare l’iscrizione della Corea del Nord sulla lista dei paesi che sostengono il terrorismo.
L’FBI ha definito la responsabilità della Corea del Nord dopo aver constatato importanti corrispondenze fra le infrastrutture di questo pirataggio e quelle sfruttate in altri attacchi attribuiti proprio a Pyong Yang.
Di Manuel Giannantonio
(Twitter@ManuManuelg85)
20 Dicembre 2014