Stati Uniti: il paese evita un altro doloroso shutdown

La Camera dei rappresentanti ha votato in extremis, giovedì, il progetto di bilancio del 2015. Una vittoria per il Presidente Obama? Non esattamente.
Washington – Gli Stati Uniti hanno evitato il ripetersi di un altro shutdown e di una conseguente paralisi di bilancio. Barack Obama ha ottenuto il voto della Camera dei rappresentanti sul bilancio del 2015. Tuttavia, la situazione per il 44° Presidente non è del tutto indolore poiché l’opposizione virulenta arriva proprio dal suo partito. “Come possiamo giustificare un testo che spiana la strada ai banchieri di Wall Street per arricchirsi?”, ha provocatoriamente dichiarato Luis Gutierrez, un eletto democratico dello Stato dell’Illinois.
Che la situazione per Obama fosse complicata dalla netta sconfitta maturata nelle elezioni di midterm (metà mandato), era cosa nota. Inaspettato invece è vedersi voltare le spalle dai suoi uomini. Anche Nancy Pelosi, capo della minoranza democratica del Congresso, non ha nascosto la propria delusione. Si è detta dispiaciuta della caduta dei suoi nei confronti dei repubblicani e ha promesso che di opporsi in Senato.
In effetti, i compromessi che Obama ha dovuto accettare per evitare lo shutdown sono decisamente amari. Il controverso provvedimento prevede l’annullamento di una delle misure della legge Dodd Franck inerente alla regolamentazione finanziaria per porre un termine alle derive speculative delle banche che hanno contribuito alla nascita della crisi nel 2008.
La misura di questa legge rischia di essere soppiantata dal progetto sul bilancio, in sostanza, i banchieri godono dell’utilizzo del denaro dei contribuenti per creare prodotti finanziari molto speculativi come i celebri Credit Default Swap (CDS). Il progetto conferisce alle banche di poterlo fare tranquillamente.
Il vantaggio che deriva dall’utilizzo di questo denaro, come il salario depositato sul conto, è che sono in gran parte garantiti dallo Stato. Sostanzialmente, le banche saranno rimborsate dai poteri pubblici se perdono il controllo dei prodotti finanziari creati grazie al denaro dei contribuenti. Questo provvedimento, che ha letteralmente provocato la furia dei democratici, è stato redatto dai lobbisti di Citigroup.
Altro gruppo d’interesse coinvolto è quello dell’industria agroalimentare. Una disposizione del progetto di bilancio chiarisce l’obbligo delle scuole di servirsi dei menu più ricchi e completi. Certo questo rappresenta senz’altro un brutto colpo per Obama che conduce con la moglie Michelle, una battaglia per sostenere l’alimentazione corretta nei giovani.
Mentre Obama si schiera come difensore della transizione politica energetica, accetta una clausola di bilancio che permette ai poteri pubblici di fare dei prestiti alle aziende americane a carbone. Una netta contrapposizione visto che lo stesso Presidente dichiarò nel 2013 di non voler più finanziare i siti produttivi di energia fossile.
Di Manuel Giannantonio
(Twitter@ManuManuelg85)
12 Dicembre 2014