Hong Kong: il governo minaccia i militanti dopo nuove manifestazioni
Il capo del governo locale di Hong Kong ha affermato che il proseguimento delle manifestazioni del movimento pro democratico è diventato “intollerabile” e minaccia nuovi interventi coordinati dalle forze dell’ordine.
Hong Kong – La polizia del territorio passato sotto la tutela cinese ha respinto con la forza i militanti che hanno tentato nella notte di accerchiare la sede del potere, provocando scontri sempre più violenti. Il capo dell’esecutivo Leung Chun ving ha lasciato intendere che la polizia sta già organizzando nuove contro misure. “Ho già sottolineato” che il movimento prodemocratico “OccupyCentral è non solo illegale ma anche volto al fallimento”, ha dichiarato provocatoriamente di fronte alla stampa. “Il perseguimento delle manifestazioni ad Admiralty nei pressi della sede del potere e nella zona di Causeway Bay, quartiere commerciale, è intollerabile”, ha proseguito. La popolazione chiede maggior sicurezza alle forze dell’ordine. Una richiesta che non ha frenato gli attivisti che considerano un successo la manifestazione della scorsa notte. “La sede del governo era paralizzata questa mattina”, ha spiegato uno soddisfatto ragazzo, Alex Chow, della Federazione degli studenti di Hong Kong che sintetizza: “In un certo modo, lo scopo è stato raggiunto”.
Gli uffici governativi erano chiusi lunedì mentre il consiglio legislativo ha sospeso i lavori. I manifestanti che hanno tentato nella notte di circondare i palazzi ufficiali e invadere un’arteria principale della sede del potere, si sono dovuti scontrare con le forze dell’ordine. Quest’ultime non hanno avuto scelta, hanno dovuto necessariamente ricorrere all’uso della forza per svolgere il proprio lavoro. La polizia ha annunciato che 40 persone sono state interpellate mentre il conto dei feriti ammonta a 11 persone. In totale 37 persone sono state curate negli ospedali della città.
La situazione si è calmata nel pomeriggio, dopo una mattina certamente tesa che ha visto generarsi ulteriori scontri tra poliziotti e manifestanti in un centro commerciale. Il 28 settembre, il movimento democratico si è brutalmente accelerato a Hong Kong dove i manifestanti sono scesi in strada in decine di migliaia. Successivamente il numero si è considerevolmente ridotto ma la persistenza dei sit-in perturba i trasporti e l’attività economica.
La scorsa settimana, le autorità hanno evacuato un terzo accampamento di manifestanti nella zona di Mongkok, nella parte continentale del paese. Quasi 150 persone sono state interpellate. I contestatari temono di dover subire la stessa sorte del sito di Admiralty. Alcuni manifestanti hanno affermato che la polizia ha attaccato senza validi motivi mentre altri sollevano dubbi sull’utilità dell’azione intrapresa.
Territorio cinese che beneficia di una larga autonomia, l’ex colonia britannica affronta la sua più grave crisi dopo la retrocessione a Pechino nel 1997. I suoi abitanti godono di diritti ma il sentimento popolare è sempre più pervaso della limitazione della libertà.
Pechino ha approvato un voto per la prossima elezione del capo dell’esecutivo nel 2017 ma ha riservato un comitato di grandi elettori maggiormente favorevoli al Partito comunista cinese, condizioni chiaramente inaccettabili per la controparte democratica.
Di Manuel Giannantonio
(Twitter@ManuManuelg85)
1 Dicembre 2014