Stati Uniti: libero dalla condanna a morte dopo 39 anni

Dopo il caso di Susan Melle, che è stata condannata per un omicidio che non hai mai commesso nel 1997, e che fu liberata dopo 17 anni di detenzione e il caso di David McCallum, condannato a morte per omicidio e liberato dopo 29 anni passati dietro le sbarre, è il turno di un altro cittadino americano.
STATI UNITI – Ricky Jackson, un afroamericano è stato arrestato nel 1975 e accusato dell’omicidio di un uomo con l’ausilio della testimonianza di una bambina di 12 anni. È stato condannato alla pena capitale. Diventato adulto, il testimone ha deciso di cambiare la versione, forse in preda a sensi di colpa, ammettendo che non è mai stata presente fisicamente sulla scena del crimine, provocando dunque la liberazione del detenuto. Un lieto fine verrebbe da dire.
Tuttavia, nonostante la libertà raggiunta, nessuno potrà mai restituire anni passati dietro le sbarre con l’aggravante della consapevolezza interna di essere assolutamente innocente. Probabilmente, può aver influito, e non poco, la componente razziale. Esaminando attentamente alcuni di questi casi, è facile notare che sono molti gli afroamericani vittime di procedimenti giudiziari frettolosi, chiusi e archiviati con l’intento di trovare nell’immediato un colpevole e mettere a tacere le voci dell’opinione pubblica.
Tra i più eclatanti spicca il caso di Hurricane, il pugile Rubin Carter, che fu ingiustamente accusato e condannato, a tre ergastoli per triplice omicidio. Mentre scontava la condanna a vita, Carter scrisse la sua autobiografia, che arrivò poi tra le mani di un ragazzo di Brooklyn. Il ragazzo si rivide in lui e lo contattò via lettera ricevendo risposta e iniziando un carteggio. Prese a cuore la storia di Carter al punto da coinvolgere nel caso alcuni suoi amici canadesi che se ne occuparono personalmente fino a giungere alla liberazione. Furono in molti a mobilitarsi per la sua causa, da Bob Dylan al pugile Mohamed Alì. Sono falle di un sistema giudiziario estremo che come tale comporta inevitabilmente errori. Errori che troppi innocenti hanno e presumibilmente, dovranno ancora subire.
Di Manuel Giannantonio
(Twitter@ManuManuelg85)
23 Novembre 2014