Siria: continua il braccio di ferro fra Russia e Onu

Continua il braccio di ferro tra Onu e Russia, ma soprattutto fra Russia e Stati Uniti, per trovare un accordo sulla risoluzione che dovrebbe porre fine alle violenze in Siria.
Russia e Usa sono due rivali storici e il caso siriano, ma anche quello iraniano, sembrano esser diventati pretesto anche per tastare quale dei due paesi sia più influente a livello internazionale tanto che lo storico Fouad Ajami ha definito il confronto tra le due nazioni come «l’ultima battaglia della Guerra Fredda».
Ieri il ministro degli esteri russo Sergei Lavrov in una conferenza stampa a Sidney, Australia, ha ribadito che: “Il Consiglio di sicurezza non approverà mai l’uso della forza contro la Siria, ve lo garantisco io. Se l’opposizione si rifiuta di sedersi al tavolo con il regime, qual è l’alternativa: bombardare? Questo lo abbiamo già visto in passato”.
Per il ministro degli esteri russo non sarebbe una soluzione accettabile nemmeno chiedere le dimissioni di Assad: “Noi non lo faremo. Non è nostro compito cambiare i governi degli altri paesi”, Mosca, aggiunge poi Lavrov vede come unica soluzione quella di un negoziato tra il regime di Assad e l’opposizione, con una mediazione internazionale ma senza sanzioni né tantomeno interventi militari esterni.
Ieri intanto il segretario di Stato Usa, Hillary Clinton, ha assicurato che vi sarà uno sforzo congiunto per arrivare a un accordo per “lanciare un messaggio ad Assad e al suo regime”.
Ciò che per ora è certo è la grande tensione presente a livello internazionale che limita l’agire dell’Onu per la via più eticamente giusta e il massacro che è in atto da circa dieci mesi in Siria. Oggi sono già morti nel corso di scontri 43 persone, tra cui una donna e un bambino, rapiti inoltre 11 11 pellegrini iraniani in viaggio verso la capitale Damasco. Dall’inizio degli scontri sono fin ora morte almeno 6.000 persone, almeno 400 delle quali bambini.
Enrico Ferdinandi
2 febbraio 2012