Stati Uniti: repubblicani favoriti dai sondaggi nelle elezioni di MidTerm
Washington – Sei anni dopo l’elezione di Barack Obama, gli Americani potrebbero avere una maggioranza repubblicana al Congresso degli Stati Uniti. Questo l’esito previsto dai sondaggi alla vigilia del MidTerm elections, tradizionalmente cruciali per il partito insediato alla Casa Bianca. I seggi apriranno a partire delle 06h00 ora locale (11h00 GMT) sulla East Coast per le elezioni generali, che rinnoveranno i 435 seggi della Camera dei rappresentanti, 36 dei 100 seggi del Senato, 36 dei 50 governatori di Stato, e una parte degli eletti locali.
I repubblicani rinforzeranno la loro maggioranza alla Camera, secondo le cifre dei sondaggi e hanno forti chances di imporsi come la maggioranza al Senato che i democratici controllano dal 2006. Tuttavia, i sondaggi restano combattuti, con uno scarto a volte inferiore al margine di errore, collocano i repubblicani in testa in quanto godono di un numero sufficiente di senatori per permettersi la conquista dei seggi che mancano al loro obiettivo. Il paese avrà inevitabilmente gli occhi puntati sui 10 senatori chiave, dei quali sette sono negli Stati persi dal Presidente Obama nel 2012.
La relativa impopolarità del Presidente Americano comporta un serio handicap per i senatori democratici eletti con lui nel 2008 (primo mandato della presidenza Obama), specialmente negli Stati del Sud, vedi Louisiana e Arkansas. Temono l’astensione del proprio elettorato (soprattutto giovani afroamericani e ispanici ndr), il che rappresenterebbe sicuramente un colpo fatale. In un ambiente in cui niente sembra sollevare il morale Americano depresso da quattro anni di paralisi politica al Capitol, a un punto tale che il 40% di loro non vede differenze tra un Congresso dominato dai democratici o dai repubblicani, secondo un recente sondaggio.
Né la diminuzione del tasso di disoccupazione giunto al 5,9%, né la robusta crescita, 3,5% al terzo trimestre di Obama sono bastati per riacquistare la fiducia popolare. La sua riforma sanitaria, messa in atto attraverso il programma “ObamaCare”, resta senza dubbio il bersaglio preferito dai repubblicani. Sul terreno della politica estera invece, la crisi in Siria e la psicosi sollevata dal virus Ebola confermano la mancanza di una leadership alla Casa Bianca. Il senatore uscente del Kentucky Mitch McConnell che diventerebbe capo della maggioranza in caso di vittoria, ha affermato: “C’è un profumo di vittoria nell’aria”.
L’agenda Obama non prevede nessun intervento pubblico ma diversi appuntamento con Christine Lagarde, direttrice del Fondo Monetario Internazionale. Le spese elettorali hanno abbattuto un nuovo record, con un costo totale stimato a 3,67 miliardi di dollari secondo i dati forniti dal Center Responsive Politics, contro i 3,63 miliardi del 2010, data delle ultime legislative. Nella Carolina del nord, più di 20 000 spot pubblicitari per i candidati al Senato sono stati diffusi sui canali locali tra il 10 e il 23 ottobre, secondo Wesleyan Media Project.
Per i telespettatori era impossibile guardare la televisione senza essere disturbati dall’ennesimo spot che suggeriva il prossimo senatore da scegliere. Una trentina di Stati permettono ai propri elettori di votare in diverse settimane. Almeno 19 milioni di Americani hanno già votato.
Il nuovo Congresso si insedierà a partire dal 3° gennaio, ma la sua definitiva composizione potrebbe non essere delineata oggi poiché la Louisiana e la Georgia organizzeranno un secondo turno nel caso in cui nessun candidato otterrà la maggioranza assoluta.
Inizia ufficialmente la campagna presidenziale del 2016
Domani mattina segna l’inizio ufficiale della campagna presidenziale del 2016. I pretendenti alle primarie repubblicane, i senatori Ted Cruz, Rand Paul, Marco Rubio, il governatore Chris Christie et l’ex-governatore Jeb Bush sono già attivi per sensibilizzare il paese. Dal lato democratico invece, inizia il percorso dell’ex segretaria di Stato (succeduta dall’attuale John Kerry), Hillary Clinton, che si candida come numero uno del partito per l’assalto allo studio ovale forte di un notevole consenso popolare, indicata da molti come probabile prossimo presidente. Ha già effettuato spostamenti in 19 Stati. Il futuro politico del paese è in atto.
Di Manuel Giannantonio
(Twitter@ManuManuelg85)
4 Ottobre 2014