Ucraina, votano i separatisti dell’est. Mosca riconosce il voto, Kiev apre un’inchiesta

UCRAINA – Si sono aperte stamattina le urne a Donetsk e Lugansk, le regioni orientali dell’Ucraina che sono sotto il controllo dei filorussi. In queste regioni si vota per formare un Parlamento che sarà indipendente da Kiev e che proprio per questo non verrà riconosciuto dal governo ufficiale (le cui elezioni sono avvenute pochi giorni fa con la vittoria congiunta di Poroshenko e Iatseniuk).
Poroshenko, presidente ucraino, in tal senso ha dichiarato che queste “pseudo-elezioni non saranno riconosciute dal mondo civile” e che metteranno a rischio la già fragile tregua che c’è tra i separatisti filorussi e l’Ucraina siglata con l’Accordo di Minsk dello scorso 5 settembre.
Dello stesso avviso anche Bruxelles e Washington che nei giorni scorsi avevano già fatto sapere di non voler riconoscere l’esito di queste elezioni.
Volodimi Poliovi, portavoce del consiglio di sicurezza ucraino, aveva fatto sapere nei giorni scorsi che sarebbe stata aperta un’inchiesta “per azioni mirate a prendere il potere e a cambiare l’ordine costituzionale” e oggi la voce è stata confermata anche da fonti dei servizi segreti.
Al momento solo Mosca ha accettato le repubbliche separatiste di Donetsk e Lugansk, inviando anche osservatori esterni, e lo ha fatto sapere tramite il Ministro degli esteri e capo della diplomazia russo Lavrov che ha dato il semaforo verde per queste elezioni.
Fino ad oggi le regioni orientali dell’Ucraina hanno ottenuto da Kiev uno statuto speciale e grandi autonomie, ma de facto sono repubbliche che si sono autoproclamate indipendenti e che sperano di legittimarsi attraverso il voto e di ottenere un riconoscimento internazionale. “Queste elezioni servono a dare legittimità al nostro potere e ad allontanarci un po’ di più da Kiev” ha dichiarato il presidente della commissione elettorale di Donetsk.
Nel frattempo continuano le tensioni, anche di carattere militare, nell’est del Paese. Sale ancora il numero dei soldati ucraini caduti per mano dei filorussi dopo un’esplosione nel centro portuale di Mariupol ed è stato denunciato da Lisenko, portavoce del consiglio di sicurezza ucraino, un intenso movimento di mezzi militari provenienti dalle Russia.
Andrea Speziale
2 novembre 2014