Siria, sospesa missione osservatori: attesa per venerdi’ risoluzione dell’Onu

Non è una novità, anche oggi in Siria sono molti gli scontri tra oppositori e forze lealiste, negli ultimi giorni si contano più di 33 persone uccise solo nella città di Rankus (confine con il Libano) dove i militari di Damasco stanno cercando a tutti i costi di opprimere la resistenza dei soldati disertori e dell’esercito degli oppositori al regime. La città è bombardata dallo scorso mercoledì dai militari guidati dal fratello del dittatore siriano Bashar al Assad, ovvero Maher al-Assad.
Centinaia di morti questa settimana in tutto il paese, i video, sempre più numero diffusi sulla rete (basta andare sul gruppo Facebook “Vogliamo la Siria libera” per farsi un idea) lasciano ben intendere lo stato di emergenza in cui vige il paese.
Così se in un primo momento era stato deciso di rinnovare la missione degli osservatori della Lega Araba oggi . Il segretario generale della Lega araba, Nabil al-Arabi, ha annunciato che i 100 osservatori presenti rimarranno nel paese ma non saranno coinvolti in attività di monitoraggio. Ricordiamo che gli altri 65 erano stati ritirati dai paesi del Golfo, una missione questa più volte criticata nelle ultime settimane per via del suo fallimento nel riportare quanto realmente succede nel paese.
Queste le parole di al-Arabi: “Dato il forte deterioramento della situazione in Siria e l’uso continuato della violenza è stato deciso di fermare immediatamente le attività della missione della Lega araba in Siria fino a quando la questione non sarà discussa dal Consiglio della Lega”.
In poche parole la Lega araba ha sospeso la missione in Siria “a causa della recrudescenza delle violenze” contro i civili. Difatti dallo scorso martedì le violenze hanno provocato almeno 210 morti, di cui 142 civili, secondo le cifre fornite dalle Ong siriane. Ricordiamo ce secondo l’Unicef dal 7 gennaio ad oggi sarebbero invece più di 300 i bambini uccisi violentemente dalle forze lealiste.
Così domani Al-Arabi e il primo ministro del Qatar Hamad bin Jassim al-Thani si recheranno a New York per cercare il sostegno della Nazioni Unite sulla risoluzione araba contro il regime di Assad presentata da diversi Stati arabi e già oggetto di discussione a porte chiuse da parte del Consiglio di sicurezza. Il documento chiede la creazione di un governo di unità nazionale che gestisca la transizione e invita il presidente al-Assad ad affidare al suo vice pieni poteri per negoziare con il nuovo esecutivo.
Ciò ce invece chiedano gli attivisti è che non si riproponga quanto successo in Egitto dove dopo la caduta di Mubarak hanno preso il potere dei generali che stanno perpetuando la sua stessa linea politica. Chiedono elezioni democratiche i cittadini siriani che da oltre dieci mesi stanno resistendo alle violenze e alle torture del regime di Assad.
Come di routine l’agenzia di Stato Sana ha accusato i soliti “terroristi” dell’attentato contro un pullman che trasportava soldati dell’esercito e che ha causato la morte di sette persone nella giornata di ieri.
Enrico Ferdinandi
29 gennaio 2012