Brasile: Dilma Rousseff rieletta Presidente
Nonostante le perplessità della vigilia e le ripercussioni per l’organizzazione della Coppa del mondo che hanno contribuito ad abbassare i sondaggi sul suo conto, Dilma Rousseff ottiene il secondo mandato in qualità di Presidente. Dilma ha sconfitto Aécio Neves, domenica al secondo turno delle presidenziali brasiliane con il 51,6% delle preferenze. Promette delle riforme politiche ed economiche alla nazione.
Brasilia – Non è certo un trionfo, ma con il 51,6% dei voti, la Presidente uscente, che difende i colori del partito dei lavoratori, ha ottenuto un nuovo mandato di quattro anni.
Il partito social-democratico brasiliano (PSDB), ha mancato di poco il proprio obiettivo di riconquistare il potere, ma prosegue la cura di opposizione al termine della quarta sconfitta consecutiva alle presidenziali, dopo l’elezione di Luiz Inacio, e Lula da Silva nel 2002. Lo stesso Lula che ha scelto questa donna come figura che ha lottato e condotto la sua campagna elettorale in favore della sua rielezione.
Nonostante sia stata una vittoria certamente tirata, si tratta di una conquista storica per la sinistra brasiliana al potere da 12 anni nel paese più grande dell’America meridionale, e al termine dell’elezione più combattuta dalla fine del regime militare di 25 anni fa. La candidata di 66 anni, ha costruito la sua vittoria nello Stato di Minas Gerais, terra natale dei candidati, a Rio e nello Stato di Pernambuco, nel Nord- Est, terra natale di Lula. Punti che hanno fatto la differenza, una differenza determinante.
“La maggioranza degli elettori non ha voluto prendere il rischio di un ritorno verso il passato, poiché è la crescita economica è minima, la disoccupazione è alta e c’è molta povertà”, stima Mark Weisbrot, direttore del Centro di ricerca economica e politica a Washington.
In una fase successiva della sua conferma, Dilma Rouseff ha assicurato ai militanti riuniti a Brasilia che il paese non è tagliato in due, rispondendo così alle accuse proliferate durante la campagna elettorale di Petrobras, la compagnia petrolifera controllata dallo Stato. Il Presidente ha evocato che promuoverà la riforma politica, che si augura porre sotto referendum nel corso del suo secondo mandato consecutivo. Inoltre, ha ugualmente tracciato grandi linee nel suo ambizioso progetto politico: ”Continueremo a costruire un Brasile migliore, volto all’inclusione, un paese più moderno, più produttivo. Un paese di solidarietà e di opportunità. Un Brasile che valorizza il lavoro e lo spirito di iniziativa. Il Brasile che tratta la gente con un riguardo attento nei confronti delle donne, dei neri e dei giovani”.
Proprio prima dello scrutinio, aveva lasciato intendere che muterà profondamente il proprio governo nei mesi a venire, senza però precisare chi sarà il nuovo titolare del portafoglio delle finanze, né quello della politica economica. Il Presidente riconfermato ha promesso “un nuovo ciclo di sviluppo” che inizierà il 1° gennaio, dopo aver accordato la priorità alla questione sociale, alla creazione di nuovi posti di lavoro e di alloggi. Con una disoccupazione che ha raggiunto livelli record (siamo al 7%, il più basso della storia del paese, ndr), e il bilancio inferiore al 20% come PIL (prodotto interno lordo), specialmente nelle infrastrutture e un’inflazione crescente, il compito sarà difficilissimo. Già, perché questi motivi creano grandi problematiche per trovare investitori certamente inquieti. Il Presidente deve inoltre affrontare la sfida di creare una nuova coalizione all’interno del Congresso con 28 partiti alla Camera dei Deputati e 17 al Senato. Ai posteri l’ardua sentenza.
Di Manuel Giannantonio
(Twitter@ManuManuelg85)
27 Ottobre 2014