Orrore: l’Iran impicca Reyhaneh Jabbari, rea di essersi ribellata ad uno stupro. E il mondo come reagirà?
Fino all’ultimo la comunità internazionale ha sperato di poter bloccare una sentenza ingiusta e insensata agli occhi di tutti, che non trova giustificazione neppure nei rigidi dettami religiosi iraniani, ma che è solo il frutto di una esasperata e fanatica interpretazione. Ma nonostante tutti gli appelli internazionali, rivolti alle autorità, tra cui quello di papa Francesco, Reyhaneh Jabbari, 26 anni, è stata impiccata in una prigione di Teheran dove era rinchiusa.
La notizia è stata diffusa dalla BBC online, che secondo quanto riferito dalla madre è stata giustiziata, mediante impiccaggione.
La donna era stata arrestata nel 2007 per l’omicidio di Morteza Abdolali Sarbandi, un ex impiegato del ministero dell’intelligence iraniano, poi condannata a morte nel 2009, dopo un’indagine e un processo molto discutibili, per la sola colpa di essersi ribellata ad uno stupro alla sua persona. Non solo ma era anche stata tenuta in isolamento per due mesi, senza poter vedere l’avvocato e i familiari.
Reyhaneh Jabbari, al processo ammise di aver accoltellato alle spalle Morteza Abdolali Sarbandi, dopo aver subito dallo stesso un’aggressione sessuale, ma tuttavia dichiarò pure che l’omicidio venne commesso da un altro uomo presente nella stanza.
Nonostante ciò figurasse agli atti processuali, le dichiarazioni, non sono state adeguatamente investigate, anzi le autorità hanno costretta la donna a sostituire il suo avvocato con un collega inesperto.
Infatti le procedure giudiziarie iraniane difficilmente riescono, specie in casi controversi come questo, ad accertare la verità se non ci sta la guida di un avvocato esperto che richiede alla corte una serie di approfondite verifiche che possono controbattere la tesi dell’accusa. Quindi nel dubbio, la procedura va avanti.
Dopo la condanna, l’esecuzione di Reyhaneh Jabbari era stata rinviata una serie di volte, l’ultima delle quali il 30 settembre, soprattutto per la pressione mediatica e di diversi governi di tutto il mondo.
Le autorità iraniane solo per placare l’opinione mondiale, aveva tentato la mediazione tra le famiglie interessate, quella di Reyhaneh e quella di Sardandi, perchè la condizione perchè si bloccasse l’esecuzione della sentenza era che Reyhaneh negasse di essere stata stuprata. Questo avrebbe permesso la riabilitazione e l’onore della vittima, ma con grande coraggio e coerenza tale condizione, umiliante, è stata rifiutata da Reyhaneh,
Ora l’Iran, nonostante gli appelli internazionali rivolti alle autorità, ha giustiziato questa donna coraggiosa, vittima di una legge che non trova alcuna logica. Ma il mondo come reagirà?
Sebastiano Di Mauro
25 ottobre 2014