La Croazia ha detto “sì” all’Europa

La Croazia domenica 22 gennaio 2012 ha ufficialmente detto sì all’Europa nel corso di un referendum con l’adesione all’ingresso nell’Unione europea quantificata con il 67% delle preferenze. La Croazia quindi è il 28°stato membro dell’Unione europea. L’ingresso avverrà in maniera ufficiale nel mese di luglio 2013. I croati hanno concluso positivamente sei anni di negoziazioni laboriose.
Cominciate nel 2005, dopo che il governo di Ivo Sanader ha liberato criminali di guerra segnalati dal tribunale penale internazionale. L’ingresso nelle strutture dell’Otan, il 1° aprile del 2009, è stato percepito da questa piccola nazione balcanica composta da 4,2 milioni di abitanti, come una prima tappa di fondamentale importanza nel processo della reintegrazione europea. Diretto dalla destra per molti anni, il paese è ora nelle mani della sinistra, giunta al potere nel corso delle elezioni legislative dello scorso dicembre. Questa adesione deve comunque ancora essere approvata da parte dei 27 stati che compongono l’Unione europea prima di diventare effettiva nel luglio del 2013. La campagna delle autorità croate che per il “sì” è costata più di 600.000 euro. Zoran Milanovic, l’attuale primo ministro, ha spiegato che la situazione non è certamente delle migliori ma la Croazia non ha opzioni migliori al di fuori dell’Unione. Il ministro degli affari esteri Vesna Pusic, ha affermato invece che : “Si tratta di una questione di vita o di mort” mentre il presidente Ivo Josipovic ha sottolineato che : “Sarebbe irresponsabile mancare questa occasione”. Negli ultimi sei anni la Croazia ha adattato la propria legislazione al testo europeo in condizioni particolarmente difficili. In seguito alla crisi politica, originata dal “no” francese al referendum costituzionale del 2005, le crisi finanziarie e economiche si sono succedute, la crisi attuale dell’euro sicuramente non è da meno. La prima delle sei repubbliche ad aver aderito all’UE è stata la Slovenia nel 2004. Le due nazioni vicine sono in contrasto per questioni territoriali sostanzialmente disabitate. L’Unione europea alfine di eliminare questo problema ha imposto alla corte internazionale di confidare ad un tribunale il compito di amministrare la differenza. Fu previsto che tale tribunale doveva essere costituito dopo il consiglio europeo che convalidava l’adesione della Croazia all’Unione europea. Martedì scorso, le due nazioni balcaniche si sono accordate sul presidente, il giudice francese Gilbert Guillaume, e due membri internazionali, un tedesco e un inglese, che formeranno al fianco del giudice croato e dei suoi colleghi sloveni il suddetto tribunale. E probabile che la Slovenia aspettera un risultato ad essa favorevole riguardante il dossier prima di accettare ufficialmente la Croazia. La Croazia dunque continua in questo processo di integrazione europea che forse non avviene nel momento migliore.
Manuel Giannantonio
23 gennaio 2012