Siria, Ban Ki-moon: ”Assad: smetti di ucciderela tua gente”
Nuovo appello che invita a porre fine alle violenze in Siria, questa volta a rivolgersi al presidente Bashar al-Assad è ancora una volta il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon, che ieri durante una conferenza stampa in libano ha affermato: “Oggi, ripeto ancora al presidente siriano Assad: ferma la violenza, smetti di uccidere la tua gente. Il sentiero della repressione è una strada senza uscita”.
I ministri degli Esteri della Lega araba, dopo aver affermato che gli osservatori hanno commesso degli errori, si incontreranno domenica prossima per discutere sul futuro della missione di monitoraggio siriana. Ricordiamo che gli osservatori si trovano in Siria da fine dicembre per verificare che il governo di Damasco rispetti gli accordi di pace proposti dalla Lega Araba.
Il piano di pace, sembra ormai chiaro, non è rispettato da Assad, anzi l’arrivo degli osservatori ha portato ad un’ondata repressiva maggiore. In dieci mesi sono almeno 6.000 le vittime di questa repressione volta a fermare le manifestazioni anti-Assad. Manifestazioni che sono state sempre pacifiche. Negli ultimi giorni si sta però assistendo a scontri sempre più efferati fra forze lealiste ed esercito degli oppositori al regime, per questo si parla più di guerra civile che di repressione.
Solo nella giornata di ieri sono morte almeno 25 persone in scontri di questo tipo. Sempre ieri l’agenzia di stampa Sana ha comunicato che Assad ha offerto un amnistia rivolta ai disertori dell’esercito, alle persone che possiedono armi illegalmente o hanno violato la legge con proteste pacifiche. l’amnistia durerà sino alla fine di gennaio.
Ricordiamo che le testimonianze di due osservatori della Lega Araba, che negli scorsi giorni hanno abbandonato la missione affermandola “inutile” ed al “servizio del regime”, hanno descritto scenari molto preoccupanti. I mercenari che Assad aveva assoldato (per 100 dollari al giorno) mesi fa per reprimere le rivolte, ora sono fuori controllo, non rispondono più agli ordini del governo di Damasco e, come ripreso in alcuni video (uno dei quali proposto e presente nella sezione video di 2duerighe.com) stanno commettendo azioni violente e brutali. Questo è solo uno dei mezzi usati in questi mesi dal regime per fermare questa repressione, un altro che aveva fatto molto discutere era stato il controllo del traffico web, grazie al supporto di una ditta lombarda, Area, che aveva installato programmi atti a tale scopo. Ormai però il regime di Damasco sta cominciando a perdere la sua forza e gli insorti stanno reagendo attivamente respingendo gli attacchi delle forze lealiste con la forza.
Enrico Ferdinandi
16 gennaio 2012