Romney sempre più anti Obama

Dopo una vittoria incredibilmente sofferta nell’Iowa e una vittoria nettamente più larga nel New Hampshire, Mitt Romney, si è assicurato un vantaggio significativo nei confronti dei propri avversari nella corsa per la nomina repubblicana per le presidenziali americane. Per i componenti del suo partito ormai non ci sono più dubbi: sarà lui ad affrontare Obama il 6 novembre.
Mitt Romney ha alle sue spalle un organizzazione collaudata, e soprattutto un elettorato di cui la preoccupazione maggiore, secondo i sondaggi, è quella di scegliere un candidato capace di fronteggiare e sconfiggere il presidente in carica. Romney su questo punto certamente risulta il migliore. Ma la lunga corsa a ostacoli delle primarie è lontana dall’essere conclusa. Rimane la Carolina del sud di matrice conservatrice, poi la Florida, dove deve assolutamente imporsi, il Nevada… Nel corso dei mesi trascorsi, alcuni dei suoi oppositori sono stati i preferiti di alcuni sondaggi. La storica di questioni presidenziali all’università di Princeton Julian Zelizer, sintetizza così il proprio pensiero: “Con il grande successo ottenuto abbiamo finito per dimenticarci l’essenziale! Romney è un tipo intelligente, carismatico, un passato da uomo d’affari che ce l’ha fatta ed è stato governatore! Ma per ora i suoi sforzi maldestri hanno sedotto un quarto del pubblico repubblicano.”. John McCain invece sostiene che si abitueranno a lui. Senz’altro favorito dunque, ma per rappresentare e difendere quali idee? Queste elezioni infatti hanno assunto la particolarità del partito repubblicano che assume sempre più le sembianze di un partito di estrema destra. Per gradi diversi sia chiaro . Ma è stato evidente con la diffusione di alcuni spot che accusavano Gingrich di aver sostenuto aborti a carico del servizio sanitario nazionale e di essere favorevole a una amnistia per gli immigrati clandestini. Rimane impossibile, per un candidato repubblicano nel 2012, ignorare questa realtà nel proprio partito, il fianco moderato è quasi sparito. Di colpo le primarie sono state segnate da un ritmo senza precedenti. Mitt Romney, rimane un giocatore piccolo in questo grande gioco, ma questo non gli impedisce di attuare il suo piano di collera nei confronti della dottrina che paralizza il congresso da mesi, rifiutando categoricamente il minimo compromesso incluso un alto compenso in denaro. Ci sono similitudini tra il suo piano e quello di Bush del 2000: la soppressione dei diritti di successione e l’abbassamento delle imposte sul reddito delle società. Ricordiamo che nel 2009-2010, il grande tema elettorale della destra era la sua ostilità nei confronti della riforma del sistema sanitario proposta da Obama. Con queste primarie i repubblicani hanno potuto cambiare pagina. La grande preoccupazione degli elettori rimane però la disoccupazione. Proprio su un tema di natura così delicata , Romney, l’uomo con un trascorso nel mondo degli affari, proprietario di lussuose ville, dovrà velocemente effettuare un discorso. La sua ricchezza potrebbe comunque rappresentare una debolezza, in un paese in cui il tema sociale della povertà rimane uno dei più grandi problemi da affrontare.
di Manuel Giannantonio
13 gennaio 2012